"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

giovedì 21 aprile 2011

Pensare, Dire, Fare...e allora la formazione?

Dopo la proposta di un modello per il governo e una migliore comprensione dei sistemi umani, a partire dal singolo (Pensare, dire, fare) vediamo qualche diretta conseguenza di questo nuovo modo di vedere.
Partiamo dalla formazione che viene totalmente scardinata dalle fondamenta per far emergere una proposta diversa per approccio e, sopratutto, efficacia.
In linea con quanto detto, ne scaturisce una proposizione non di "contenuti" asettici, pretesa sterile come abbiamo visto, ma di processo, non più attività "in vitro" (aula, ambienti outdoor, virtuali, ecc.) ma "in vivo".
E sopratutto un fortissimo legame con le attività aziendali con una chiara dimostrazione di efficacia: i risultati raggiunti già in seno alla... "formazione".

martedì 12 aprile 2011

Precario è il nostro sistema industriale ed economico


Il tema della precarietà è più pervasivo di quanto siamo disposti ad ammettere. Non solo vi sono le evidenze che balzano alla cronaca (articolo Corsera), vi è anche una realtà che tutti possiamo contribuire a modificare. Una proposta per una visione diversa e più profonda del momento che stiamo vivendo, in azienda e fuori. Ma sopratutto una direzione per agire.



di
Francesco Zanotti


La precarietà certamente genera insicurezza, paura. Anche se, ovviamente, non in tutti. Occorre dire che c’è chi non accetterebbe nulla di diverso dalle precarietà. C’è chi non ha nessuna voglia di legare il proprio futuro ad una sola impresa, che considera se stesso la propria impresa. Ma questo desiderio di libertà imprenditoriale non può diventare “obbligatorio”. Occorre, ovviamente, costruire posti di lavoro stabili per tutti coloro che, invece, sentono la precarietà come un limite alla propria autorealizzazione.

Per tutti costoro scrivo il presente post. Ed avanzo una proposta: dobbiamo spostare l’attenzione dal posto di lavoro all’economia. E’ l’economia che è precaria. La precarietà del posto di lavoro è solo una conseguenza della precarietà dell’economia. 

mercoledì 6 aprile 2011

"Pensare, Dire, Fare": un po' più di una bibliografia

Il breve e denso pamphlet che ho reso disponibile qualche settimana fa su "Pensare, Dire, Fare" ha suscitato curiosità e perplessità. La più frequente riguarda l'autenticità dell'intera proposizione.
La questione non può essere liquidata con un semplice sì o no allora ho chiesto all'autore, l'amico e collega Francesco, di rispondere in maniera appropriata. Ritengo notevole questa nota perchè aggiunge anche una dimensione e motivazione "imprenditoriale" al nostro sforzo propositivo, oltre a dargli uno spessore scientifico (caratteristica purtroppo non molto frequente nel settore della consulenza e ricerca manageriale).


Pensare, Dire, Fare:
una bibliografia generale ragionata
di
Francesco Zanotti

Mi è stato chiesto di fornire una bibliografia per il mio scritto “Dire, fare e pensare”. Non sono riuscito a convincermi che fosse una richiesta illegittima ed allora mi sono accinto a scriverla.
Ma con un imbarazzo di fondo. L’imbarazzo nasce dal fatto che devo iniziare con una convinzione che può sembrare presuntuosa, ma tant’è …

La mia convinzione è la seguente: l’ idea di fondo che ispira il mio scritto è, per quanto ne so, inedita.
Intendo dire l’affermazione che l’uomo si relaziona con gli altri uomini solo attraverso media che hanno un ruolo attivo è non solo trasmissivo, anche se può sembrare scontata, in realtà è rivoluzionaria. Basta guardarne le conseguenze: significa che la nostra pretesa di dare identità di oggetti fisici a cose come i valori e la cultura è priva di senso. Non esiste la cultura come rappresentazione fedele di idee, sentimenti, valori, conoscenza. Esistono manufatti culturali che sono incarnazioni di idee, sentimenti e valori, ma espressi attraverso media che hanno un ruolo attivo, costruttivo. Esistono idee, sentimenti, valori, conoscenze “raccontate” .Quando si usano media diversi le stesse idee, valori, sentimenti appaiono diversi. Non è accessibile ( forse non ha senso l’espressione stessa)  la loro vera natura. Ovviamente sono inedite le “conclusioni” e le prassi che si traggono da questa ipotesi: le relazioni tra gli uomini non sono relazioni tra i loro pensieri, ma tra i racconti e gli “oggetti” prodotti dai loro pensieri.