"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

lunedì 27 febbraio 2012

Il nostro dovere di specie


In Natura, attraverso la Scienza, come in Azienda... ma sono davvero due ambienti diversi?
di

Da tempo ormai l’aspetto sociale del fare scienza, come attività umana, tende a trasformarsi o ridursi o degenerare in intreccio tra il fare scienza e modalità di essere dei sistemi sociali.
Fanno parte di questo intreccio l’uso concettuale e spaccio della scienza come garanzia di oggettività, scoperta della verità e indipendenza o neutralità. Ancora la necessità di finanziamenti ottenuti spesso sposando interessi commerciali e militari (vedi articolo Nature). I finanziamenti pubblici d’altro canto non solo sono, eventualmente, erogati concessivamente come attività relativamente necessarie, ma anche risentono sia della difficile comprensibilità dei progetti da parte di valutatori in altre logiche (e quando nelle stesse, di parte) sia della commistione e difficile distinguibilità tra uso scientifico, spese di struttura e mantenimento di burocrazie e carriere accademiche di difficile distinguibilità, nel migliore dei casi, da teorie, progetti e approcci.
Questo intreccio infetta concettualmente il tutto.
Ricerche contro (è già un programma) la sclerosi multipla sono affidate alla vendita di arance per strada -sono personalmente un disabile con la sclerosi multipla... A quando anche quelle di fisica? Collette e marketing di scienza.

Francesco Zanotti è intervenuto su aspetti di questi processi degenerativi dove quella che dovrebbe essere interdisciplinarità si riduce a non si sa bene chi e che cosa faccia come scienza.

giovedì 23 febbraio 2012

Lavoro: una nuova prospettiva possibile.

A cosa servono i lavoratori nell'azienda del III millennio?
di
Francesco Zanotti

In realtà la soluzione al problema del lavoro è banale … 
Proviamo a chiederci quale è il ruolo dei lavoratori in una impresa. Beh la risposta sembra semplice: lavorare, produrre.
Bene se questa è la risposta, allora il problema non è risolubile: se la nostra economia non cambia radicalmente, per il prossimo futuro ulteriori garanzie (ma anche quelle attuali) non sono sostenibili e i posti di lavoro non aumenteranno. Più sinteticamente: se il lavoratore deve solo lavorare quando non c’è lavoro non ha ruolo.
Per fortuna il ruolo del lavoratore non può più essere solo quello di produrre.

mercoledì 8 febbraio 2012

Due proposte per un organizzazione "prospera"

"Se darete ai vostri dipendenti la possibilità di imparare e crescere, essi prospereranno e allo stesso modo farà l'organizzazione per la quale lavorano".

Questo è l'ammiccante sottotitolo di un articolo dell'ultimo numero di Harvard Business Review (in italiano qui ) dal titolo "Creare Performance Sostenibile".
Non c'è bisogno di snocciolare le statistiche e le percentuali riportate nell'articolo, frutto di un lavoro di ricerca durato sette anni, per comprendere quanto vera sia l'affermazione. Merita invece un approfondimento la "ricetta" suggerita dagli autori per realizzarla; in particolare un punto, chiave e centrale per qualsiasi azione di management: Condividere le Informazioni.

"Fare il vostro lavoro in un vuoto di informazioni è noioso e non eccitante; non c'è ragione di cercare soluzioni innovative se non potete vedere il loro impatto su base più ampia. Le persone possono contribuire più efficacemente quando capiscono come il loro lavoro sia coerente con la missione e la strategia dell'organizzazione." 

Bello ma... come si fa?