"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

lunedì 27 giugno 2011

Convegno di industriali: considerazioni sulla creatività


 20 Giugno scorso, osservatorio annuale dell’ACIMIT, l’associazione degli industriali costruttori di macchine tessili.
Interventi del presidente, Sandro Salmoiraghi, crescere per potersi internazionalizzare, del vicepresidente di Confindustria Bonomi, fare rete come compromesso per raggiungere “massa” critica senza che l’imprenditore corra il rischio di perdere il controllo dell’azienda, del presidente di Pielle italia, piccola azienda italiana nell’ecosistema economico mondiale, fornire una flessibilità e delle risposte di nicchia ai grandi clienti che un grande non riesce, o non ha interesse, a soddisfare
Alla tavola rotonda un ospite d'eccezione: il presidente e fondatore di Geox, Polegato, che ha invece attaccato il problema al cuore. Non è questione di dimensione ma di capacità di offerta “esclusiva”.
L’innovazione dunque non per “fare meglio” dei concorrenti, che ci metteranno poco ad adeguarsi, ma per fare in modo “radicalmente diverso”.

La “macchina” dell’innovazione, sottolinea Polegato, è l’uomo e solo lui, non le tecnologie, possono 
crearla: nel prodotto, nel processo, nel modo di affermarsi sul mercato, ecc.

Se tutto ciò è vero, e sinceramente non vedo perché non dovrebbe esserlo, la responsabilità delle funzioni HR è enorme. 

giovedì 23 giugno 2011

L'Azienda "snella" e la ridondanza


Sul numero di "Impresa" di Giugno Alessandro Cravera, nella sua rubrica Back to Basics, commenta un libro di J.P.Womack sul “Lean Thinking”.
L’autore del libro ritiene che tutti i processi aziendali debbano essere accuratamente monitorati per “stanare” tutti i possibili sprechi.
Cravera giustamente, a mio avviso, commenta che questo potrebbe essere un errore in quanto ciò che dal punto di vista del “Lean Thinking” è uno spreco potrebbe invece essere una naturale “ridondanza” necessaria all’organizzazione per meglio adeguarsi a mutevoli condizioni esterne. A tal proposito riporta alcuni efficaci esempi biologici e aziendali.

Desidero fare due commenti “epistemologici” all’approccio di Womack, entrambi di una certà gravità perché, ancora una volta, l’autore ragiona secondo l’idea di “un’azienda-macchina” che non è solo falsa ma anche pericolosa.

lunedì 13 giugno 2011

Città, Aziende e metodi di governo


Sul New York times Magazine di qualche settimana fa, riportato sull’Internazionale del 13 Maggio, è apparso un articolo sul lavoro di Geoffrey West, fisico teorico americano.
Lo scienziato è da circa un ventennio che si occupa dello studio delle città, alla ricerca di “leggi”, o tendenze, che ne possano spiegare i comportamenti e le cause di sviluppo o declino.
Sinceramente sono sempre molto scettico nel considerare tali approcci riduzionistici a tematiche complesse come quelle relative agli esseri umani. L’idea che ci possano essere formule che spiegano i comportamenti umani è figlia della visione meccanica, e vetero scientifica, del mondo in cui siamo immersi totalmente, i media in prima linea. Lascio dunque ” la colpa” di questo taglio sensazionalistico, ahinoi così comune, all’entusiasmo ignorante, o strumentale, del giornalista più che allo scienziato la cui opera al momento mi è ignota .
E’ interessante però nel finale l’accenno ad un nuovo interesse di West dopo le città: le grandi aziende.
Dopo una prima osservazione ovvia, ma sulla quale converrebbe soffermarsi (“le città non muoiono quasi mai mentre le aziende sono effimere”), applica la relazione  che ha scoperto sulle città sull’indice di sviluppo alle aziende. Con una scoperta sorprendente: mentre nelle prime all’aumentare della popolazione l’indice di sviluppo aumenta in modo “superlineare”, nelle seconde, dopo una certa soglia, diminuisce. Cioè se il numero dei dipendenti aumenta, la quota di profitti pro-capite cala.