"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

venerdì 28 gennaio 2011

L’insensatezza dell’insegnare competenze


Credo che non vi sia cosa più facile del dimostrare che ogni tentativo di insegnare competenze sia insensato. Anche se alla parola ”insegnare” si sostituisce la parola “formazione”, anche se si tratta di una formazione attiva, sempre insensato rimane. Anzi diventa paradossale.

Non è neanche difficile far accettare intellettualmente ai managers delle risorse umane questa dimostrazione.
Quello che è difficilissimo è far sì che la convinzione intellettuale si traduca in modalità di sviluppo radicalmente diverse (non solo professionale) delle persone. Il baraccone dei corsi è così tranquillizzante … Inoltre la sua difficoltà di gestione conferisce identità: il riuscire a gestirlo fa sentire bene la sera. Ma se si scopre che si sta gestendo un baraccone inutile, anzi generatore di guai, si perde identità …

mercoledì 19 gennaio 2011

La battaglia dei "talenti"

Settimana scorsa è giunta notizia della "battaglia dei maxi-bonus" per i banchieri inglesi e la sconfitta del premier Cameron che voleva limitarli.
Per un'analisi puntuale del significato di tale pratica, rimando all'arguto post del blog di Alessandro Cravera.
Io mi limiterò a fare qualche considerazione sulle motivazioni addotte dai manager inglesi per perpetuare tale pratica ormai scandalosa ed anacronistica: trattenere i talenti.


lunedì 17 gennaio 2011

La FIAT: né sì, né no …Ma: diverso!

di
Francesco Zanotti

La tesi che voglio proporre all’attenzione del lettore è brutalmente semplice.
Non ha vinto nessuno.  Due classi dirigenti (quella FIAT e quella Sindacale) hanno scelto di scontrarsi. Così hanno aggravato il problema e sono riusciti a nascondere a tutti quella grande opportunità che è costituita dalle nuove conoscenze disponibili per costruire una nuova impresa e nuovi mercati, per ripensare in modo radicalmente diverso dal passato alle sfide del cambiamento strategico ed organizzativo. E per impostare in modo radicalmente diverso l’annosa, dibattuta, ma mai vinta sfida della rappresentatività.

Ecco la “dimostrazione” della mia tesi. Che inizia con il raccontare una storia …

Si narra che in una grande azienda metalmeccanica vi fosserodue operai che ad ogni cambio di attrezzo di una certa macchina si impegolavano in discussioni lunghe e difficili. Ad ogni spettatore di queste disputela materia del contenderesembrava sempre molto flebile. Immediatamente si intuiva che la contrapposizione di contenuto era solo uno strumento per esprimereil disagio che queste due persone provavano nel relazionarsi tra di loro.

Questa diatriba a puntate generava problemi non solo di produttività, ma anche di sicurezza e di qualità del prodotto.

In ogni giornata lavorativa di “grane”di questo tipo se ne manifestavano a bizzeffe, in ogni angolo dell’organizzazione. Solo per fare qualche altro esempio, ma davvero solo qualcuno: opinioni diverse, ma rigide ed ideologiche, che portavano a scontri continui; scorie ideologiche che generavanopregiudiziali atteggiamenti anti-impresa, desideri di auto realizzazione che si sfogavano in trasgressione delle regole, comprese quelle di sicurezza; meccanismi sociali negativi come la ricerca dal capro espiatorio, il formarsi di gruppi chiusi, difensivi.

Tutti queste “grane” erano la causa più rilevante di scarsa produttività, scarsa sicurezza, scarsa qualità. Come si dice oggi queste grane erano l’ostacolo più rilevante all’acquisizione di competitività.

Come ha affrontato il problema questa impresa?

lunedì 10 gennaio 2011

E' tardi: nuove conoscenze necessarie... ma snobbate!

Ovviamente bazzichiamo da molto nei mondi dell’organizzazione e delle risorse umane. E, a mano a mano che passa il tempo, aumenta la sensazione che vi sia un atteggiamento stranissimo verso la conoscenza.

Leggevo ieri sera del “Caso Bogdanov”: due fratelli russi, fisico teorico l’uno, matematico l’altro, che lavorano a Parigi presso l’Institute International de Physique Matematique. Essi sono diventati, da un giorno all’altro, star mediatiche perché hanno proposto una nuova teoria sull’ “Istante Zero dello spazio tempo” che cerca di spiegare la vera origine dell’Universo. Prima pagina del New York Times, rimbalzata in moltissimi giornali del globo, ospiti fissi di una serie di trasmissioni alla tv francese …
Perché ho citato questa vicenda?