"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

giovedì 25 novembre 2010

Le automobili Fiat sono così brutte perché Marchionne guadagna troppo

Ancora Fiat, ancora Marchionne.
Questa volta sul tema di Mirafiori, riportato da un articolo del sole24ore di oggi, ospitiamo con piacere un contributo di Francesco Varanini , impegnato come noi, con linguaggio e argomentazioni innovative, a proporre punti di vista diversi di ciò che ci sta accadendo intorno, sopratutto nelle aziende. Sottotitolo dell'articolo: Estetica e globalizzazione. Luoghi, non luoghi e scelte di management

Uno dei principali campi di libertà aperti all'azione del manager è la scelta dei luoghi dove produrre.
Ma il manager, oggi, è malauguratamente al servizio di un solo stakeholder: la finanza, nelle sue
diverse incarnazioni. La finanza, disinteressata alla produzione, chiede solo un abbassamento dei
costi. La scelta del luogo è fatta in base al costo.
La produzione, però, non è indifferente rispetto al luogo. Latino producere: 'condurre innanzi',
'portar fuori'. La ricchezza è frutto della produzione. La finanza non crea ricchezza – mentre la
produzione è creazione di ricchezza.
Possiamo chiederci dove stia -in questo quadro- l'etica.
La lezione di Adriano Olivetti

lunedì 22 novembre 2010

L'azienda specchio della società: ancora la cultura, un richiamo di Alberoni.

Come sempre il lunedì, sul Corsera, editoriale del Prof. Alberoni.
Sembra che abbiamo anticipato, col post precedente della settimana scorsa , questo forte e quasi doloroso richiamo alla cultura. Non a caso vengono citati i grandi imprenditori, Olivetti per primo ma anche Barilla, e la loro capacità di fare grandi imprese circondandosi di uomini di cultura e grandi artisti.
Il legame non è casuale, anzi semmai causale. L'idea imprenditoriale ha bisogno di strumenti e ispirazione continua per essere realizzata e adeguata al mondo che cambia senza sosta. Senza il supporto e l'estro che viene dalla cultura, l'azienda e la sua organizzazione si impoveriscono, annichilendosi su istanze piccole e insignificanti, tutte "interne", contribuendo così ad un progressivo imbarbarimento che, alla lunga, si riflette sui risultati: scarsa produttività e redditività, sequenze di crisi a spirale, morte dell'impresa.

giovedì 18 novembre 2010

La cultura e la produttività: dimostrazione in 5 minuti!

Più volte in questa sede, o anche dal nostro sito dedicato allo sviluppo della società (balbettanti poietici), abbiamo indicato un modo radicale e ineludibile per affrontare i problemi in cui la società e l’azienda si dibattono oggi:  il ritorno alla cultura (Expo’ della conoscenza, Meccanica Quantistica, ecc.)
Le nostre proposte, soprattutto concentrate nell’area scientifica d’avanguardia, Fisica Quantistica, Teoria dei Sistemi Complessi, Teoria dei sistemi Autopoietici, ecc., possono essere apparse troppo innovative o addirittura stravaganti. Sopratutto in un momento come questo. Noi invece continuiamo a sostenere che è proprio in questi momenti di grande crisi, e ancor di più in quelli di svolte epocali come quello che stiamo vivendo, che c’è necessità di un ritorno alla cultura e chiediamo 4 minuti e mezzo, dei cinque richiesti, per fornirvi la dimostrazione di ciò invitandovi a guardare questo breve video testimone di una grande esperienza del passato TUTTA ITALIANA.




Allora un corso di meccanica quantistica, con linguaggio adeguato, è in linea e riprende una tradizione ITALIANA di eccellenza PRODUTTIVA che dopo gli imprenditori come Olivetti si è persa per scimmiottare le tendenze anglosassoni di MANAGERIALITA’.
Oggi, più di ieri, la discriminante tra le aziende, il fattore che le identifica univocamente, e non l'effimera quanto becera "competitività", è l'unicità della propria organizzazione. La crescita culturale di essa è allora l'unico modo per riconquistare quella identità che può garantirci il ritorno alla produzione di ricchezza sociale (ovvero per tutti) alla quale aspiriamo.
E’ tempo allora di tornare a questa tradizione tutta nostra, di aggiornarla con nuove competenze e di smetterla di seguire mode o ricette miracolistiche più simili ai rimedi fantastici degli imbonitori televisivi che all’impegno serio e competente che l’attuale congiuntura richiede.
Chiamate allora in azienda non i "guru" del management, e men che meno gli improvvisati o i "riciclati", ma persone dal mondo della cultura, della scienza, dell'arte, e chiedete di organizzare "passeggiate" nei loro giardini, a contatto del bello, perchè solo questo farà diventare le persone migliori, il modo in cui si organizzeranno "spontaneamente" più efficiente e faranno meglio il loro lavoro a beneficio di loro stessi, dell'azienda e di tutta la società in cui sono "incastonati".

martedì 16 novembre 2010

Una vita "lobotomizzata"! Un' analisi ed una proposta

C'era una volta un manager.
Lavorava molto, dodici, quattordici o anche più ore al giorno. Era sempre impegnato in riunioni: brevi, lunghe, in ufficio o fuori.
Ogni giorno che passava vedeva gli spazi della sua autonomia diminuire, la sua attenzione spinta ad occuparsi di dettagli sempre più piccoli. I suoi capi, distanti qualche piano dell'edificio o centinaia di chilometri, gli ripetevano sempre più spesso, e per sempre più numerosi ambiti, cosa dovesse fare. Eseguire, non pensare: Loro erano pagati per questo, lui doveva solo eseguire e far eseguire. Ciononostante il cumulo di lavoro non diminuiva mai, anzi.
Le riunioni si accavallavano e fiorivano di comunicazioni retoriche: slogan, messaggi da comunicare, direttive da rispettare.
Le percepiva sempre più vuote e, anche per questo, diventava sempre più faticoso lavorare.

Un giorno, gettando un occhiata alla sua agenda, la vide da una prospettiva diversa: era piena di impegni interni. Le urgenze, alle quali era chiamato, venivano tutte da dentro. 

martedì 9 novembre 2010

Una ricerca "Urgente" sulla Persona e il Cambiamento

Abbiamo terminato la prima fase di una Ricerca Progettuale (che troverete quìche abbiamo avviato come servizio allo sviluppo delle imprese (industriali e non) più rilevanti del nostro Paese 

Il titolo della ricerca può sembrare “tradizionale”:  Persona e il cambiamento. Gli stimoli che hanno ispirato questa ricerca, e questi primi risultati non lo sono. Eccoli:
  •    un circolo vizioso dal quale è necessario uscire,
  •     l’esistenza di risorse di conoscenza trascurate,
  •     un nostro sforzo di ricerca.
Il circolo vizioso
E’ oramai evidente che siamo caduti in un circolo vizioso che si sta avvitando su se stesso sempre più drammaticamente. A causa di una competizione sempre più dura, di un peggioramento delle condizioni socio economiche, di una Natura sempre meno compatibile con l’attuale modo di fare industria, le imprese sono chiamate a ristrutturazioni sempre più intense alle quali il sindacato reagisce conflittualmente.
In questa situazione la gestione delle risorse umane si dibatte tra desideri che sembrano sempre più retorici (le persone sono le risorse più preziose) e necessità pressanti di ridurre le persone e farle lavorare di più.
 Il risultato è che la gestione delle risorse umane diventa sempre meno prassi di valorizzazione e di sviluppo e sempre di più (torna a diventare) gestione di relazione.
Si tratta di un circolo vizioso che è insopportabile sia a livello di singola azienda che a livello sociale.