"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

sabato 4 settembre 2010

Le barriere tra dentro e fuori

In una recente intervista Julian Assange, fondatore di Wikileaks il famoso sito di giornalismo basato solo sulle fonti di notizie pubblicate integralmente, dichiara, a proposito della guerra in Iraq:

"In tutto il mondo stanno crollando le barriere tra quello che sta dentro un'organizzazione e quello che sta fuori."

Il riferimento era alla partecipazione dei numerosi "contractor" a quelle operazioni belliche, rendendo difficilmente distinguibile chi faceva parte dell'esercito USA e chi no.
Mi sembra che una tale affermazione possa essere generalizzata anche alle organizzazioni aziendali e sopratutto a quelle che oggi accusano crisi più o meno violente, che temo siano la stragrande maggioranza (sigh!).




Se le aziende vivono grazie ai clienti, se questi formano il mercato, nell'immaginario collettivo diventato un dio tanto amato quanto temuto che può fare il successo o decretare la morte di un'azienda, cosa fanno queste per abbattere le barriere che l'allontanano da esso?
Gli imprenditori, quelli che l'analista Geoffrey Moore ha definito i Gorilla, ben sanno che quell'immagine di vita propria del mercato è falsa. Sono i Gorilla, e non gli opportunistici Scimpanzè che anche vengono chiamati imprenditori, che creano il mercato e gli danno forma. Se non ci credete chiedetevi, e chiedete ai vostri amici che ce l'hanno, chi cercasse un iphone o un ipad prima che Steve jobs della Apple lo inventasse (ma lo stesso dicasi per la prima Fiat 500, la Vespa Piaggio, ecc.).

Se questo è vero allora oggi vi è la necessità di nuovi imprenditori, ma sopratutto di una "imprenditorialità" sociale e diffusa nell'azienda che parte dall'abbattimento delle barriere per consentire un tutt'uno con il mercato allo scopo  di dargli nuova forma, grazie al contributo di TUTTI, e maggiori e durature opportunità di sviluppo.
Certo questo scardina alle fondamenta un modello di "governo" basato sulle teorie del  "Management" classico, con la deriva sempre più macchiettistica e patetica del "macho" manager. Tali teorie appaiono da un lato sempre più vuote di significato, avendo evidentemente esaurito il loro compito, ma sopratutto non stanno portando da nessuna parte, considerando che le aziende continuano a stare sempre peggio. Dunque questa nuova direzione appare quasi obbligata ma va voluta e perseguita col coraggio e la determinazione di chi si rende conto che DEVE cambiare e con metodi e strumenti assolutamente nuovi.

Da dove partire dunque? 
Proprio da questo cambio culturale delle barriere.
Indagate e chiedetevi dove, all'interno dell'azienda, esiste ancora un dentro e un fuori che impedisce alle energie interne, che pur ci sono, di dar forma al mare di opportunità esterne, che sono infinite. Accettate, o iniziate a prendere in considerazione, che l'organizzazione è un attore attivo e ben più importante dello stesso management e della proprietà e non semplice strumento a loro disposizione. Immergerlo nel mondo, come fanno gli  imprenditori, può dare soluzioni alle crisi in maniera sorprendente e meno devastante delle "ristrutturazioni", unica e triste litania che i "macho" manager sanno pronunciare.
I metodi e strumenti nuovi invece già esistono, ma prendono senso solo nel nuovo dominio delle barriere abbattute, non prima.
Vogliamo iniziare o attendiamo? Dal passato ci arriva un illuminante (e significativamente misterioso) esempio di incapacità di adattamento all'ambiente, questa volta biologico: la scomparsa dei grandi rettili. Nessuno sa perchè sia accaduto, ma di sicuro non ci sono più.
  

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