"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

lunedì 22 novembre 2010

L'azienda specchio della società: ancora la cultura, un richiamo di Alberoni.

Come sempre il lunedì, sul Corsera, editoriale del Prof. Alberoni.
Sembra che abbiamo anticipato, col post precedente della settimana scorsa , questo forte e quasi doloroso richiamo alla cultura. Non a caso vengono citati i grandi imprenditori, Olivetti per primo ma anche Barilla, e la loro capacità di fare grandi imprese circondandosi di uomini di cultura e grandi artisti.
Il legame non è casuale, anzi semmai causale. L'idea imprenditoriale ha bisogno di strumenti e ispirazione continua per essere realizzata e adeguata al mondo che cambia senza sosta. Senza il supporto e l'estro che viene dalla cultura, l'azienda e la sua organizzazione si impoveriscono, annichilendosi su istanze piccole e insignificanti, tutte "interne", contribuendo così ad un progressivo imbarbarimento che, alla lunga, si riflette sui risultati: scarsa produttività e redditività, sequenze di crisi a spirale, morte dell'impresa.

E' ciò a cui stiamo assistendo, con il risultato che, presi dalle questioni di sopravvivenza, si campa così alla giornata, non allocando nessuna risorsa, manco quella del tempo, per il pensiero che progetta il futuro così urgente oggi al cospetto di un presente agonizzante.
Chi può farsi promotore di un'inversione di tendenza in azienda sono proprio gli HR manager che devono, sopratutto oggi, promuovere iniziative culturali assistite allo scopo di renderle fruibili alla dirigenza, ma anche ai quadri e alll'organizzazione tutta. Questa inversione è quantomai urgente per la società, come ricorda il Prof. Alberoni, ma anche, e forse sopratutto, per l'azienda la quale se degrada e si imbarbarisce si chiude in se stessa, perde la sua capacità di produrre ricchezza per tutti (azionisti, imprenditori, dipendenti, clienti, fornitori, comunità in cui risiede) e muore. 

4 commenti:

  1. aboliamo la bocconi e lo iulm....w lettere e filosofia..il potere ai filosofi come scriveva platone (ed ai sociologi come lascia intendere alberoni)

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  2. Domada al commento precedente di Anonimo: questo vuol dire che non considera Bocconi e IULM portatori di Cultura?

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  3. Io credo che sia la Bocconi che lo IULM ce la mettano tutta. Ma i risultati non sono di innovazione profonda. Riecheggiano culture anglosassoni o una professionalità tipica degli anni '80. Si veda, ad esempio, il concetto stesso di comunicazione. Essa viene intesa come la intendeva Shannon dimenticando, tra le altre, le provocazioni, ad esempio, di Luhmann. E, se mi si permette, anche della teoria quantistica dei campi. Se si ascoltano tutte le nuove provocazioni si può iniziare a costruire una nuova visione delle relazioni tra attori complessi che non si scambiano messaggi, ma costruiscono una evoluzione reciproca. Dai famosi cinque postulati della comunicazione molti passi sono stati fatti, ma troppi comunicatori sono rimasti a quei famosi cinque postulati. Anzi sono rimasti alla fase precedente che è costituita proprio dagli studi di Shannon. Io credo che l'Italia debba intraprendere una nuova strada di ricerca che, utilizzando tutti quei modelli e quelle metafore che si richiamano alla complessità, alla sistemica, permetta di costruire una nuova teoria ed una nuova forma di governo dei sistemi umani. Solo in Italia questa nuova strada di ricerca è individuabile e percorribile.

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  4. ah, che buffo...ho scritto quel primo commento, così un pò per gioco...perchè il sociologo alberoni che dice che la salvezza viene dalla cultura (alias sociologia) mi faceva un poco sorridere, però vedo che la discussione ha preso una piega assai seria. e tant'è. senza offesa per i sig.ri della bocconi o dello iulm, ognuno poi di certo libero di formarsi in altri luoghi, in altri modi. non credo, in genere alle specializzzioni...ma penso che dovremmo poter padroneggiare tanti linguaggi...siamo mente, anima, corpo..e quindi ingegneria, filosofia e matematica (banalizzando) cerchiamo soluzioni e pragmatica ma anche senso e bellezza. Dobbiamo poter parlare con gli avvocati, coi softwaristi, coi filosofi e così via..ed intendere.
    non so esattamente dove vuole andare a parare aleph V, pur tuttativa gli chiederei di approfondire..di certo più interessante questo appoccio complesso a quello specialistico..che oggi vale domani si butta, e visto il mondo in cui siamo, non possiamo riformarci ogni 3 anni e le organizazioni i problemi e così via permangono mutano e durano...però ecco come va, non saprei....ma dobbiamo per forza lavorare così tanto..lavorare meno, filosofare tutti!
    gli altri signori che dicono?

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