"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

mercoledì 25 maggio 2011

Knowledege Workers, nuova macchina a vapore... e ci risiamo!

Sull'ultimo numero de L'Impresa vi è un articolo, ben documentato, sul cambio del mix tangibile/intangibile nei prodotti e servizi degli ultimi decenni.
Il trend è noto da anni.
Infatti solo nel settore dell'automobile è almeno dagli anni 90 che il valore dell'elettronica (e del relativo software per farlo funzionare) ha superato quello dell'acciaio. Così come pure un piccolo esercizio "domestico" permette di evidenziare questa realtà; calcolate il prezzo al chilo dei seguenti prodotti: risma di carta, telefonino di marca scadente, un qualsiasi PC di fascia bassa e una Ferrari (più costa e meglio è).
I risultati ottenuti vi faranno pensare.


Bene, se le macchine utensili erano lo strumento per aggiungere valore ai prodotti basati sull' "atomo", l'unico modo per aggiungere valore ai prodotti basati sul "bit" sono le persone ( i Knowledge Workers citati nell'articolo). Se però sappiamo tutto su come gestire e manutenere le macchine (dalla rivoluzione industriale inglese di fine '700 abbiamo ormai accumulato un paio di secoli di "ricerca e sviluppo" ingegneristica che ci ha permesso progressi spettacolari) sappiamo poco o nulla su come "funzionano" i "sistemi umani", responsabili oggi più delle macchine dello sviluppo delle aziende e della società in senso lato.
Mentre le analisi su questo punto si sprecano,limitandoci all'articolo si auspica il "superamento della logica di comando e controllo" ma la bibliografia è molto più vasta, le proposte concrete vagano in un mare di inconcludenza. Mille suggestioni affiorano periodicamente in letteratura e nella pratica, proposti da consulenti blasonati o meno, che generano piccoli successi puntuali irripetibili che a loro volta fanno nascere frustrazioni e tentazioni di rinchiudersi nel vissuto personale (so ben io come far andare avanti le cose!) o affidarsi ai rituali aziendali (compro dal miglior consulente sul mercato così nessuno potrà dirmi nulla se ci sarà un fallimento!).

Ma il vizio di fondo, la madre di tutti gli errori commessi in questo campo è, emblematicamente, proprio nel titolo di quell'articolo, che mostra la epistemologia di fondo di tutti i responsabili di azienda: le persone come "macchine". Le macchine hanno fatto la nostra fortuna, le macchine hanno creato ricchezza, sappiamo tutto delle macchine, e allora perchè non vedere il mondo, con tutti i suoi abitanti, come un enorme macchina piegata agli scopi della produzione di massa? Tutto sommato sappiamo come fare!

Ecco il punto è proprio quì.
Fin tanto che non abbandoneremo questo paradigma, sarà difficile anche immaginare approcci diversi. Farlo significa dotarsi di una nuova cultura, ineludibile passaggio per dotarsi di un nuovo approccio.
Einstein diceva "Non si può risolvere un problema con lo stesso livello di pensiero che lo ha generato" .
Ma come si fa a generare un nuovo livello di pensiero?

Per ironia della sorta ce lo suggerisce proprio il fondatore del pensiero imperante che, in maniera conscia o meno, usiamo tutti; quel pensiero "meccanico" che è alla base della nostra visione meccanicistica del mondo: Isaac Newton.
Il grande scienziato del '600 scrisse una volta ad un amico: "se ho visto più lontano è perchè stavo sulle spalle di giganti".

Le proposte, i linguaggi, gli stimoli proposti oggi sul mercato, sulle spalle di quali giganti sono poggiate? Qualche esperienza professionale personale? Le intuizioni di qualche professore universitario di questa o quella sponda dell'Atlantico? E non sarebbe meglio invece indagare sulle metafore e le intuizioni dei più eminenti scienziati di questo e del precedente secolo, a loro volta sulle spalle dei loro predecessori, e di tutte le principali discipline e che hanno dato dei contributi assolutamente originali per una migliore e più adeguata comprensione della realtà rispetto quella Newtoniana ( e Galileiana)?

E allora basta pensare alle persone come ingranaggi e alle organizzazioni umane come macchine, ma basta anche adottare misure d'intervento basate su mode o effimeri modelli. Nessuno ha tempo ovviamente per indagare cosa si vede dalle "spalle dei giganti", ma i consulenti dovrebbero servire proprio a questo, non ad altro.
Chiedete allora una proposta su che "spalle" è poggiata, ma prima ancora invece che i corsi di "management" investite il vostro tempo per avvicinarsi a questi giganti per saperli riconoscere e valutare. Non sarà un investimento in "formazione" ma in "cultura", la vostra, indispensabile per continuare ad aggiungere quel valore intangibile oggi tanto richiesto, in azienda e fuori.

Luciano Martinoli
l.martinoli@cse-crescendo.com 

1 commento:

  1. Magnifico intervento, lucidissimo: il problema non è soltanto riconoscere le matafore sbagliate, e liberarsi della loro stratificazione epistemologica interna, ma crearne di nuove, altrimenti il vecchio, in botti nuove, si ripropone!
    Ignazio Licata

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