20 Giugno scorso, osservatorio annuale dell’ACIMIT, l’associazione degli industriali costruttori di macchine tessili.
Interventi del presidente, Sandro Salmoiraghi, crescere per potersi internazionalizzare, del vicepresidente di Confindustria Bonomi, fare rete come compromesso per raggiungere “massa” critica senza che l’imprenditore corra il rischio di perdere il controllo dell’azienda, del presidente di Pielle italia, piccola azienda italiana nell’ecosistema economico mondiale, fornire una flessibilità e delle risposte di nicchia ai grandi clienti che un grande non riesce, o non ha interesse, a soddisfare.
Alla tavola rotonda un ospite d'eccezione: il presidente e fondatore di Geox, Polegato, che ha invece attaccato il problema al cuore. Non è questione di dimensione ma di capacità di offerta “esclusiva”.
L’innovazione dunque non per “fare meglio” dei concorrenti, che ci metteranno poco ad adeguarsi, ma per fare in modo “radicalmente diverso”.
crearla: nel prodotto, nel processo, nel modo di affermarsi sul mercato, ecc.
Se tutto ciò è vero, e sinceramente non vedo perché non dovrebbe esserlo, la responsabilità delle funzioni HR è enorme.
Hanno il compito di curare e “manutenere”, direttamente o assistendo i loro colleghi funzionali, questa incredibile “macchina cognitiva” capace di innovazione a tutti i livelli, costituita dall’organizzazione e le sue persone, che può fare davvero la differenza dell’azienda italiana rispetto alle altre .
Ne sono capaci le funzioni HR? Sono in grado di cercare strumenti per liberare questa creatività non in contrapposizione, ma nemmeno assoggettata, alla parte "formale" dell'azienda (organizzazione, procedure, obiettivi economici, ecc.) ?
Luciano Martinoli
l.martinoli@cse-crescendo.com
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