di
Francesco Zanotti
Quante volte si sente l’espressione
(o espressioni simili): “La teoria è fumo, l’esperienza è sostanza. Badiamo al
sodo”.
Danno un senso di concretezza?
Ecco, non credo. A me danno
un senso di profonda malinconia. Sono solo l’urlo disperato di chi vuole ossessivamente
difendere ed usare solo la propria teoria.
Si perchè, anche chi non
legge un libro, un articolo in realtà non sfugge al fatto di essere umano. Cioè
al fatto che le nostre idee e i nostri comportamenti sono generati dalla
visione che abbiamo del mondo e della realtà. Sono generati dal nostro patrimonio
cognitivo. Sono generati dalla nostra teoria in uso. Insomma: siamo
strutturalmente ed imprescindibilmente “teorici”. Meglio “teorizzatori”. E la
concretezza? Beh ad ognuno sembra “concreto” quello che conosce e “astratto”
quello che non conosce.
Il vero problema è, allora, la
qualità del nostro patrimonio cognitivo. Della nostra “teoria in uso”.
Se essa si forma solo
attraverso la nostra esperienza, che non può che essere limitata, allora avremo
una teoria in uso “povera”. Dall’efficacia limitata (nel migliore dei casi)
alle situazioni in cui si è sviluppata. Se non proviamo ad esplicitarla (per
non essere costretti a confrontarla con le altre “teorie in uso”) rimarrà
confusa anche a noi stessi. Non solo sarà “povera”, ma la useremo anche confusamente,
spesso in contraddizione anche con noi stessi.
Credo sia meglio (sia questo
il senso profondo della espressione “Long Life Education”) se, innanzitutto,
proviamo ad ammettere che esista una nostra “teoria”. Se riusciamo a fare
questo piccolo passo, poi non ci fermeremo più … Innanzitutto, saremo
irresistibilmente tentati di esplicitare la teoria che abbiamo sviluppato
spesso inconsciamente e che, concretamente, utilizziamo. Poiché stiamo
affrontando il tema dello sviluppo delle persone e delle organizzazione,
propongo una piccolissima guida per esplicitare la nostra teoria in uso. Chiediamoci
almeno tre cose: “Ma secondo me, da cosa è fatta una organizzazione? Quali sono
gli elementi costitutivi di una persona? Quali azioni servono allo sviluppo di
persone e organizzazioni che sono “fatte” come ho appena descritto?”.
Se si prova a rispondere a
queste domande (ma se non si ha le risposte a questa domanda, come si fa a gestire
lo sviluppo di organizzazioni e persone?) credo che ci si ritroverà a
riconoscere che non si è in grado di fornire risposte che lo soddisfino.
Allora cominceranno a
diventare interessanti le teorie degli altri. Sia le teorie in uso di chi,
concretamente, cerca di guidare lo sviluppo di persone ed organizzazioni. Sia
di chi, di mestiere, sviluppa teorie.
Beh non possiamo non
riconoscere che questa esigenza di riferirsi a teorie esplicite, di confronto e
di aggiornamento continuo è comune proprio a tutte le aree di conoscenza. Soprattutto
quelle più “concrete”: quelle scientifiche. Nessuno obietta che, senza la teoria
del calcolo strutturale … non si costruiscono strutture che stanno in piedi.
Nessuno obietta contro il “mestiere” di fare teorie … Si chiama “ricerca di
base”, senza la quale nessuna sperimentazione ha senso.
La storia, però, non finisce
qui, perché vi è un finale a sorpresa. Se si guarda a tutta la teoria di cui
disponiamo per rispondere alle tre apparentemente banali domande che ho prima
proposto, ci accorgiamo che non esistono risposte univoche e “praticabili”. E’
come se esistessero “isole” teoriche ognuna delle quali definisce obiettivi
propri, nessuna delle quali si pone domande complessive, di sistema. Quelle che
tagliano trasversalmente le “specializzazioni”, come le domande che ho proposto
prima. Detto diversamente: è lo stato della teoria a non essere soddisfacente.
Allora la conclusione, che
mi sembra inevitabile, è che, non solo dobbiamo cercare di usare tutta la
teoria esistente, ma dobbiamo favorire, stimolare un grande sforzo di ricerca,
con la partecipazione sia di coloro che vivono nelle imprese, sia di coloro che
fanno il mestiere dei teorici, sia di quelli che stanno a metà strada (i
consulenti), di un sistema teorico più
solido e praticabile di quello attualmente disponibile per guidare lo sviluppo
di persone ed organizzazioni.
Invece di tanti solipsismi
teorici, un grande esodo collettivo verso una nuova terra cognitiva ed
operativa.
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