di
Francesco Zanotti
All’inizio dell’anno si fanno i buoni propositi.
Proviamo a farne uno. Siamo insoddisfatti del presente. Alzi la mano chi
non lo è. Abbiamo vaghi ricordi di successi passati (sempre contingenti, parziali
e non da tutti accettati).
Allora dobbiamo fare come si fa in questi casi: si cambia vita.
Meglio, si cambiano gli strumenti cognitivi di cui disponiamo. Più
semplicemente: dobbiamo imparare cose nuove perché quelle vecchie sono fruste e
sono ogni giorno frustate dalla loro pochezza cognitiva e operativa.
Ce ne sono un’immensità: l’immensità delle conoscenze inutilizzate che vengono
dalle scienze naturali e umane. Davvero pensiamo che gestire uomini e sistemi
sociali possa essere fatto con successo non sapendo nulla di uomini e sistemi
sociali?
Forza, ecco il proposito, dobbiamo costruire una managerialità futura che
dovrà essere drasticamente diversa da quella attuale.
Dovrà soccorrere il manager in questa stagione di incertezze, insicurezze,
paure, Dovrà soccorrere il consulente dalla umiliazione quotidiana di uno sforzo
di vendita sempre più difficile e di una considerazione sociale sempre più
povera.
Lancio una iniziativa: cinque serate di informazione sul tema “Il
management e le scienze naturali e umane.”. Rigorosamente separate in due
sessioni: una per manager e una per consulenti. I consulenti (scusate la caduta
di stile, ma forse non è così fuori luogo) non devono venire nella speranza di
trovare clienti. Anche perché la conoscenza sarà la nuova strada maestra per
conquistarli. Non due parole rubacchiate ad un cocktail ed un biglietto da
visita inutilmente pomposo.
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