"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

giovedì 10 marzo 2011

L'importanza del linguaggio e il ruolo dei consulenti

Problema caselle essere grande. Poche caselle, poca raccolta, molte caselle, molta raccolta.

Che avete capito? Forse nulla eppure ci esprimiamo in questi termini su molte questioni di vitale importanza relative all'organizzazione ( e non solo a quella!).
Ma andiamo con ordine.
Se Dante Alighieri avesse conosciuto solo 10 parole della lingua italiana, avrebbe potuto scrivere la Divina Commedia, pur avendone le capacità? Probabilmente no.
E se qualcuno gli avesse insegnato la lingua italiana, e Dante successivamente avesse scritto il suo capolavoro, si sarebbe potuto prendere il merito dell'opera?
Anche stavolta ritengo la risposta sia negativa.

E' allora proprio in questa precisa diversità di domini di competenza che si configura il ruolo del Consulente "vero", quello con la "C" maiuscola, e cosa, e non altro, i responsabili HR hanno il dovere di pretendere da loro.

La realtà è complessa, molto complessa, sopratutto quella relativa alle "cose" degli uomini, fatta da essi e di essi: famiglia, comunità, organizzazione aziendale, mercati, società e tanto altro ancora.
Complesso, consentitemi una banalizzazione, significa che non può essere ridotto ad uno schema, ad una formula, a qualcosa di più semplice.
La sequenza 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256, ...1.073.741.824...1.125.899.906.842.624...e così via può apparire lunga e complicata, ma non complessa, in quanto può essere generata a partire da 1 facendo il doppio di ogni numero che viene fuori .
Sappiamo che l'organizzazione aziendale non è "riducibile" a schemi semplici, e sappiamo anche che le varie suggestioni che propongono un punto di vista unico sono effimere come una coperta corta, cortissima.

Allora rinunciamo? Assolutamente no, ma ci dotiamo di linguaggi, ricchi, articolati, schemi con molte caselle, grazie alle quali riusciremo a rappresentare sempre meglio la ricchezza della nostra organizzazione ed usare quello che serve secondo gli scopi che vogliamo prefiggerci. L'organizzazione è un sistema di potere, certo, uno strumento per produrre valore, sicuramente, ma anche una comunità di persone, una macchina cognitiva ad elevate potenzialità, un repository di conoscenze, e tanto altro.
Come facciamo a rappresentare tutto questo? Con linguaggi articolati.
Cosa succede se abbiamo linguaggi semplici? Diciamo sciocchezze, al meglio banalità, facciamo battute scontate o incomprensibili come l'esordio di questo mio post. E, peggio di tutto per dei manager, siamo inefficaci!

Ecco allora l'importanza dei consulenti: fornire a tutti i potenziali Dante che sono nelle aziende i linguaggi affinchè possano scrivere i loro capolavori, non scriverli al loro posto. Il valore del consulente allora è proporzionale allo sforzo di ricerca e messa a punto di tali conoscenze e dalla loro fruibilità, non dal blasone o dall'importanza delle relazioni, nè dalla presunta scoperta di soluzioni. Ammettere che ci siano, instilla il dubbio che il mestiere dell'HR sia più facile di quello che gli addetti ai lavori sostengono e che basti acquistare tali soluzioni disponibili sul mercato per risolvere i problemi.
Sappiamo tutti che così non è.
E allora consideriamo prioritario il linguaggio; cosa scrivere e come lo sanno solo le persone all'interno dell'azienda.

Luciano Martinoli

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