"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

giovedì 8 settembre 2011

La Scienza sa, il business ignora: il caso della motivazione

TED è un'associazione no profit che si dedica alla diffusione delle idee di un qualche valore nell'ambito della Tecnologia, Entertainment  e Design (da cui l'acronimo).
Sul loro sito sono disponibili centinaia di "chiacchierate" dal formato fisso: 15 minuti.
Vi propongo questo breve ma molto incisivo intervento di Dan Pink per poi fare qualche considerazione



Il primo slogan che colpisce è "C'è un disallineamento tra ciò che la scienza sa e il mondo degli affari fa".


Tipicamente la scienza è confinata, nell'immaginario collettivo, nelle ricerca di tecnologie che poi vengono incorporate in prodotti dalle roboanti caratteristiche. Oppure è motivo di intrattenimento per meravigliare grandi e piccini, come ben sanno i lettori delle numerose riviste del settore e i frequentatori dei vari "festival" (fiere!) sugli argomenti scientifici. La vita reale, e ancor più il mondo del lavoro, è terreno considerato (dai manager?) ben più serio o non indirizzabile (e perchè?) dalle scienze.
Ma l'intero mondo degli affari, l'intero "sistema operativo" (ci ritornerò su questo concetto), sul quale gira la nostra economia è basato su assunti errati. Quanto ciò che Pink indirizza così chiaramente per la motivazione  delle persone non è forse vero anche per altri temi di governo delle persone (Cambiamento, formazione, sicurezza e tanti altri)? E allora perchè insistiamo in queste pratiche tanto inutili quanto dannose?

Ma andiamo avanti.
"Il management (questo tipo di management N.d.T.)" continua Pink "poichè è stato inventato dagli uomini, mica è detto che funzionerà per sempre. Se si vuole conformità (compliance) il management funziona, ma se si vuole impegno e creatività no".
E anche questo è noto, prima ancora che nella letteratura scientifica, nella nostra esperienza personale, di manager ma anche di padri, madri, dirigenti sportivi, responsabili di comunità,...
Però, ancora una volta, persistiamo con procedure, ordini di servizio, minacce che da un lato concentrano l'attenzione delle persone su ciò che abbiamo scritto, dall'altro però richiediamo loro "creatività" che è l'esatto contrario.

Accenno, tento, una risposta: ciò che facciamo, erroneamente e con piena coscienza di tale errore, è l'unica cosa che sappiamo fare (oppure è la cosa da cui traiamo profitto personale, che è ben peggio)! Non abbiamo metodi, non abbiamo linguaggi ma, sopratutto, non abbiamo una visione complessiva realmente "diversa" del mondo che ci circonda che ci possa ispirare nuove modalità d'intervento. Abbiamo bisogno di un nuovo "sistema operativo", non di nuovi "applicativi" sul vecchio, che sappia sfruttare le nuove risorse che la società del Terzo Millennio ("hardware") ha sviluppato nel frattempo.

Ecco allora che la scienza, sopratutto le nuove tendenze, ma non solo la scienza, può giocare un nuovo ruolo: non fornitore di tecnologie da applicare ipso facto nell'attuale contesto, ma ispiratrice di visioni della realtà totalmente nuove, utili a riscrivere un novello "sistema operativo" sociale che risponda alle nuove esigenze ma utilizzi anche le nuove risorse. Dell'organizzazione aziendale ma anche dei mercati.

Bello e appropriato dunque l'accorato appello finale dello speaker: Se ci liberiamo di questa pigra e dannosa ideologia, potremmo rafforzare il nostro mondo degli affari e forse, forse, forse, cambiare il mondo.
E' anche il nostro auspicio, ma sopratutto il nostro impegno professionale, scientifico e, non meno importante, personale.

Luciano Martinoli
l.martinoli@cse-crescendo.com

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