di
Francesco Zanotti
Chi non dice mai
banalità scagli la prima invettiva … E nessuno scaglierà nulla perché tutti noi
diciamo qualche banalità …
Il problema è
quando si dicono solo banalità! E oggi la vita organizzativa è fatta quasi
soltanto di banalità. Guardate ai documenti aziendali, anche quando si parla di
valori, si propongono solo elenchi puntati, come se fosse la lista della spesa.
Ci si aspetta di mandare qualcuno al mercato a comprarli?
Guardate alle
mission: sono banalità intercambiabili. Intercambiabili nel senso che vanno
bene per qualunque impresa. Non mi credete? Allora fate una prova. Buttate in
un cestino le mission di … facciamo venti
imprese dei settori più diversi, togliete loro i riferimenti ai nomi delle
imprese e date una bella rimescolata. In un altro cestino mettete i nomi delle
imprese, sempre ben rimescolando. E, poi, abbinate, estraendo a sorte, mission
ed impresa. Se gli abbinamenti, costruiti così a caso sono sensati, allora le
mission sono proprio banali. Banalità che vanno bene per tutte le stagioni.
Qualche volta
si usano parole importanti (bellezza, ad esempio), ma esse non si staccano
dalla banalità. Risuonano retoriche. Perché non si spiega come la bellezza può
permettere di rivoluzionare l’identità strategica delle imprese in modo che
riprendano a generare economics generosi.
Ragazzi,
dobbiamo trovare il modo di smetterla con le banalità. I “casini” che ci opprimono
ogni giorno nascono dalle banalità che si cerca di vendere come grandi
progetti. La crisi complessiva è la somma di tutte queste banalità.
Un buon Natale
a tutti.
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