di
Francesco Zanotti
Di un guazzabuglio del cuore umano, parlava Manzoni. Del cuore umano come un abisso aveva detto Pascal.
Un manager è costretto a immergersi
anche lui in questo guazzabuglio: è da dove nascono i comportamenti che deve
governare.
Il guazzabuglio manageriale
è fatto di tante parole: talento, competenze, sentimenti, emozioni, valori,
merito. E chi ne ha più ne metta. Che relazione c’è tra tutte queste “componenti”
del guazzabuglio? Come influenzano i comportamenti?
Non sono certo domande
dalla risposta semplicissima. Se guardate anche solo alle parole “emozione” e
sentimento, già è difficile spiegarne la differenza. Se leggete quelle di un
neuro scienziato (Damasio, ad esempio, pag 144 di “Il sé viene dalle mente”)
troverete che le sue definizioni non sono proprio immediate “Le emozioni sono
programmi di azione complessi e in larga misura automatici, messi a punto dall'evoluzione”
e “I sentimenti delle emozioni (nota mia: cioè emergono dalle emozioni) sono
percezioni composite di quello che accade nel nostro corpo e nella nostra mente
quando ha luogo una emozione.”.
Di fronte a questo
guazzabuglio, non semplicissimo, sarebbe necessario approfondire, visto che è
da qui che emergono i comportamenti. Ma la reazione del manager è: capisco, ma
purtroppo non ho tempo per occuparmene. Sono troppo impegnato in un contingente
che diventa sempre più pesante. Ecco, certo, non c’è dubbio che il contingente
continua a peggiorare se ci si rifiuta di capire in cosa consista quel
guazzabuglio che ne è la “causa”.
Nessun commento:
Posta un commento