di
Francesco Zanotti
Uno dei presupposti fondamentali delle prassi organizzative è che per disporre di una nuova funzionalità è necessario aggiungere una nuova funzione. Come accade in una macchina. O in un telefonino. Vi serve una nuova “app” per fare cose nuove.
In un organismo non accade così. Nuove
funzionalità possono emergere grazie a nuove interazioni tra geni esistenti senza
l’aggiunta di nuovi geni. Viceversa, la semplice aggiunta o soppressione di alcuni
geni può anche non avere alcun influenza sulla funzionalità in atto.
Ma una organizzazione è una macchina o un
organismo?
Se pensate alla organizzazione formale, allora è
una macchina. Ma l’organizzazione formale è solo una sovrastruttura artificiale,
anche molto primitiva.
Il cuore, invece, è costituito dalla
organizzazione informale che è un complesso sistema di interazioni umane che
evolve per proprio conto.
Questo significa che ogni giorno in una organizzazione
si formano nuove interazioni e, quindi, emergono nuove funzionalità di cui i
manager non sanno nulla.
Molto probabilmente sono funzionalità molto più preziose
di quelle che si cerca di creare (senza successo) attraverso l’organizzazione
formale.
Benedetti cari amici manager … dai, coraggio. Perché
insistiamo nel cercare di sentire solo rumore di ferraglie nelle nostre
organizzazioni e ci perdiamo la melodia spontanea che essa suona ogni giorno e sempre
diversamente?
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