di
Francesco Zanotti
E’ un’idea nata negli anni ’70 ed osteggiata dai “logico-pensanti”. Il
salario non può essere indipendente, deve essere compatibile con quanto
guadagna l’impresa.
Va bene accettiamo questo punto di vista, ma guardiamo avanti.
Oggi sta diventando sempre più rilevante la battaglia di prezzo. Ad essa
come si risponde? Cercando di abbassare i costi, è ovvio. E per abbassare i
costi è necessario che i lavoratori siano pagati meno e lavorino di più.
E così si cade nella trappola in cui siamo caduti negli anni ’70: un gigantesco
conflitto sociale.
Ma è inevitabile ... la competizione occorre pur combatterla.
Ecco sta qui l’errore, grave, dei “logico pensanti”.
Il salario deve certamente essere dipendente dai ricavi. Ma questi
dipendono non dalla competizione, ma dalla forza imprenditoriale dell’imprenditore
e del management. Quando questa forza è bassa, allora vince la competizione. E
tutti devono tirare la cinghia fino a strozzarsi.
Ma se il manager o l’imprenditore sanno inventare nuovi cieli ed una nuova
terra, cioè prodotti che abbiamo una nuova ricchezza di senso, la competizione
sparisce. Sempre il salario dipenderà dai ricavi. Ma questi non saranno più
brutalizzati dalla competizione. Certo, poi anche la competizione comincerà a
sentire parlare dei nuovi cieli e della nuova terra e, arrancando arriverà. Ma
appena la vedranno apparire il manager e l’imprenditore riprenderanno la valigia
progettuale e guideranno tutto verso altri cieli ed altre terre.
E, mai rinunceranno al principio che è responsabilità dell’imprenditore e
del manager fare in modo che tutti coloro che affidano loro la loro vita non
vengano strozzati dalla ignavia imprenditoriale che si crogiola nella
competizione.
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