di
Francesco Zanotti
No, non ho sbagliato. Penso che
serva una industry 5.0 perché quella 4.0 non si è ancora affermata, ma è già
vecchia.
Fatemi partire da una storia
che non è mai stata scritta, ma che spiega perché vorrei una industry 5.0. La
storia delle tecnologie a supporto dell’apprendimento.
E’ iniziata con il sistema
centralizzato Plato della Contro Data, poi ha continuato con il PC, poi sono
arrivati nell’ordine video dischi e CD-ROM. infine si è arrivati ad internet e alle
comunità di apprendimento. Si sono susseguite tante ondate tecnologiche che,
però, sono rimaste ondate effimere. E la ragione è che nessuno ha voluto
cercare di capire in cosa consistessero i processi di apprendimento che le
tecnologie avrebbero dovuto supportare. E’ rimasta sullo sfondo e indiscussa l’idea,
profondamente ingenua, dell’apprendimento come assorbimento di una conoscenza
pre-esistente.
Con l’industry 4.0 si sta
facendo lo stesso errore. Si vogliono supportare i processi produttivi con le
tecnologie digitali. Bene, ma se non capiamo la dimensione umana dei processi
produttivi non funzionerà mai. Non possiamo continuare a immaginare che l’organizzazione
sia solo una macchina formale. E’ una realtà cognitiva, sociale e antropologica
che autoevolve e che non possiamo non conoscere se davvero vogliamo che la
tecnologia faccia fare un salto di qualità ai processi produttivi. E questa
realtà profonda dell’organizzazione, proprio non la conosciamo.
Allora, parallelamente allo
sviluppo delle tecnologie, è necessario lo sviluppo delle conoscenze sulla realtà
profonda di una organizzazione che autoevolve. Tocca ai manager delle risorse
umane guidare questo processo di ricerca. E’ nello loro mani l’industry 5.0. Sarà
colpa loro se ci si ostinerà a rimanere legati alla pura innovazione
tecnologica (che non porterà da nessuna parte) dell’industry 4.0.
Nessun commento:
Posta un commento