di
Luciano Martinoli
l.martinoli@cse-crescendo.com
La mosca domestica (Musca domestica) è un insetto dell'ordine dei
Ditteri. La sua vita, in condizioni ottimali di cibo e ambiente, è di
circa 8-10
giorni durante i quali è in grado di deporre fino a 1000 uova. Sono
attive solo durante le ore diurne e di notte riposano negli angoli delle
stanze o sospese al soffitto.
Vita grama.
Vita grama.
Anche se ne avessero le capacità, le mosche non avrebbero tempo per
nessun altra cosa che la soddisfazione dei loro bisogni fisiologici
primari. Lo si capisce anche dalla velocità dei loro movimenti: avrete
notato lo scatto con il quale atterrano o decollano da una superficie.
Sembra quasi immediato, nulla in confronto ad altri esseri volanti.
Ho inviato qualche giorno fa un documento ad un amico chiedendogli un
parere. Mi ha risposto: "interessante ma troppo lungo". Ho cercato di
capire il senso di questo giudizio, frettoloso ma, per me, carico di
significato. Infatti se era "interessante" perchè "troppo lungo"?
Forse perchè stiamo diventando tutti delle mosche.
Abbiamo la sensazione che la vita, il tempo a nostra disposizione, sia
troppo breve per dedicare più di un paio di minuti di attenzione a
qualcosa. Pochi secondi e via, da un'altra parte a cercar cibo, deporre
frettolosamente uova o evitare un pericolo. Abbiamo diviso la nostra
esistenza in "due vite": quella dell'attività di "produzione" (il
lavoro), sempre più consistente, dove siamo mosche, quella del "tempo
libero" (liberati finalmente dall' essere mosche) dove ritorniamo umani.
Peccato che quest'ultimo sia sempre più ristretto o, viceversa, sempre
più ampio ma forzatamente improduttivo (disoccupazione, crisi, ecc.). I
due spazi vengono considerati come "dati", destino immutabile
dell'umanità del ventunesimo secolo, così come lo è quello della mosca,
anche se nel suo caso lo è da sempre. Un tempo, poco, per pensare e uno,
tanto, per agire in necessità, ma entrambi scollegati, lontanissimi tra
loro. Uomini mosca, come il film dell'orrore e di fantascienza degli anni '80 dove però il destino del protagonista fu di completare la sua metamorfosi in insetto.
E' quello che attende anche noi?
Spero davvero di no, e allora forse sarebbe il caso di riconoscere che
il tempo del pensiero e del confronto di idee è l'unico modo che abbiamo
per porre rimedio a questa schizofrenica dicotomia. Qualcosa è
interessante solo se è sufficientemente ampia per poter essere
dispiegata e articolata. Seppure è auspicabile che un contenuto possa
essere compiutamente espresso in maniera sintetica, a maggior ragione,
se ha carattere di "interesse", ha bisogno del suo tempo per svelarsi e
per essere compreso. In poco tempo, e con poche parole, si possono
comunicare solo banalità: "mangia", "pericolo", "deponi uova".
E nemmeno la necessità di sbrigare le "urgenze" può essere un buon
motivo per distoglierci dalle cose "interessanti". Si corre il rischio,
col tempo, di dedicarsi solo a quelle rendendosi conto, troppo tardi,
che erano solo banalità alle quali abbiamo dato la possibilità di
diventare importanti. Per non aver dedicato risorse alle cose
"interessanti" che potessero darci prospettive diverse nelle quali
accorparle, risolverle prima e più velocemente o, semplicemente,
scioglierle.
E ridurci così a semplici mosche.
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