"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

giovedì 25 ottobre 2012

Non si può comunicare


di
Francesco Zanotti

Tutti ricordano i famosi cinque postulati della comunicazione della Scuola di Palo Alto (“La pragmatica della comunicazione umana” di Paul Watzlawick, J. H. Beavin, D. D. Jackson). Tutti ricordano il primo postulato: non si può non comunicare. Ebbene, esso è falso. Vale, addirittura, il postulato contrario: non si può comunicare. Almeno nel senso “normale” della parola “comunicazione”.
Questo significa che tutti gli sforzi di comunicazione non ottengono il risultato che ci si attende, ma sono continui rimbalzi su muri di gomma … se poi si cerca di urlare più forte, i rimbalzi diventano sberle …
Cosa si intende per comunicare? Ancora quello che intendeva Shannon quando ha proposto la sua teoria della comunicazione (che riguardava segnali elettromagnetici). In parole povere: esiste un messaggio che viene trasferito da un mittente ad un ricevente. La comunicazione, insomma, è trasmissione.
Esistono mille complicazioni che fanno si che questo processo sia “difficile”, ma non si mette in discussione che debba essere così. E si cerca di eliminare queste complicazioni per far arrivare il messaggio “puro” al ricevente.
Ma è da decenni che si è capito che questo schema (riproposto anche nella pragmatica della comunicazione umana) è superato se il messaggio non è costituito da segnali elettromagnetici, ma da valori, sentimenti, strategie etc.
D’altra parte, come si può pretendere che un libro “umano” riesca a dire una cosa definitiva?
Se questo schema è superato, nascono domande “drammatiche”.
Se l’uomo e le organizzazioni non “comunicano” che fanno? E, peggio: come si può governare una organizzazione senza “comunicare”, visto che non è possibile farlo?
Basta leggere Luhmann. Oppure attendere la pubblicazione dei prossimi post … Nel frattempo: non insistiamo troppo nel “comunicare”.

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