"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

giovedì 20 dicembre 2012

Ma la conoscenza è importante o no?




Intervista di Luciano Martinoli a Danilo Villa

Nel dibattito pro e contro la conoscenza siamo, "ufficialmente" (perché altri scettici nei confronti della conoscenza non hanno accettato di esplicitare le loro opinioni), uno a uno. Uno scettico ed un fautore dell'importanza della conoscenza.  

Il Dott. Danilo Villa, Direttore Organizzazione e Sistemi di Coop Italia porta il punteggio sul "due a uno" a favore della conoscenza …

Martinoli
Dott. Villa, noi stiamo conducendo una ricerca per capire che ruolo i manager attribuiscono alla conoscenza strategico-organizzativa. E i primi risultati esprimono dubbi più o meno espliciti. Sembra che la conoscenza strategico-organizzativa sia aria fritta …

Villa
Beh, io non sono di questo avviso. Non lo sono in termini generali. E mi sorprende anche un po’ che qualcuno sia davvero anche solo indifferente rispetto alla conoscenza.
Ma non sono d’accordo anche in termini “esperienziali”.
Anni fa (1997) ho avuto la fortuna di lavorare con Richard Norman. E’ stata una esperienza positiva che ci ha portati, proprio grazie al contributo “cognitivo” (metodologico) di Norman, a riuscire a coinvolgere non solo l’impresa, ma anche i clienti nel riprogettare la sua nuova identità e il suo nuovo posizionamento.
Ma mi permetta di cambiare ruolo: sono io che le faccio una domanda. Nello specifico a quale conoscenza strategico-organizzativa si riferisce?

Martinoli
Grazie ad un progetto di ricerca che ha richiesto un notevole impegno finanziario e di tempo, abbiamo raccolto le principali teorie/metafore che i diversi studiosi hanno proposto per comprendere il fenomeno “organizzazione”, le sue dinamiche evolutive, le forme più opportune di Governo. Ne abbiamo fatto un sintesi e le abbiamo collocate in una mappa a due dimensioni. La prima dimensione, più usuale, prevede tre “valori” fondamentali. Il primo è l’identità dell’organizzazione, il secondo i processi di evoluzione dell’organizzazione, il terzo le sue forma di Governo. La seconda dimensione descrive le visioni del mondo (oserei dire le “epistemologie”) che ispirano le diverse teorie. Anche la seconda dimensione prevede tre valori. Il primo: il mondo è un oggetto staccato dall’organizzazione che l’organizzazione può conoscere oggettivamente. Il secondo: il mondo … non so bene come sia, ma sta di fatto che l’uomo lo può conoscere solo attraverso interpretazioni contestuali, cioè che dipendono dal contesto nel quale questa interpretazione avviene. Il terzo valore: il mondo è solo potenzialità che il nostro sguardo fa precipitare in una qualche attualità.
Le mostro la mappa che abbiamo predisposto. (il lettore ce la può chiedere liberamente).

Villa
Quello che mi pare particolarmente interessante nel vostro approccio non è tanto la sistematizzazione degli approcci strategici/organizzativi, quanto la prospettiva tecnico/metodologica nella quale vi ponete.
Di manuali di storia dell'organizzazione e di strategia ce ne sono già tanti.
E le Major non possono innovare perchè devono necessariamente rimanere all'interno della loro "visione del mondo", di successo ma strutturata, stratificata e basata su una visione della Società e dell'Economia dello scorso secolo.
Ma il mondo sta cambiando rapidamente.
Il progresso tecnico e scientifico invece è sempre avanzato attraverso dei "salti"....

Martinoli
E noi ci poniamo come propositori di uno di questi possibili “salti”, credibili proprio perché non siamo una Major: non abbiamo interessi o rendite di posizione da difendere ma “nuovi mondi” da creare e invitare ad esplorare. La prospettiva tecnico/metodologica che proponiamo è, certamente, un nostro obiettivo. Ma ne abbiamo un secondo: fornire una griglia di valutazione delle offerte del mercato della consulenza. Se vuole un “filtro” rispetto al quale selezionare, posizionandole, le diverse proposte della consulenza.
Forse ne abbiamo anche un terzo: permettere ad ogni consulente di auto misurare come si posiziona la sua proposta nel quadro delle conoscenze disponibili.

Villa
Ma mi permetta un dubbio: tutta questa conoscenza, ma, soprattutto, il suo interesse per essa da parte delle classi dirigenti, non è stata spazzata via dalla crisi che ha costretto un po’ tutti ad occuparsi dell’urgenza del contingente?

Martinoli
Noi facciamo l’ipotesi contraria. La crisi, quella complessiva e quelle aziendali, sono generate proprio dal rifiuto della conoscenza. Come se si rimanesse abbarbicati al proprio passato e si cercasse di difenderlo da un futuro che bussa alla porta sempre più forte.

Villa
Sì sono d’accordo. Mi lasci solo concludere con un richiamo alla concretezza. La nuova conoscenza deve essere semplificata, declinata in metodologie e strumenti che permettano al management di arrivare a risultati concreti, destinazione finale di qualsiasi intervento aziendale.

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