di
Francesco Zanotti
Ma mille volte concretezza…
Soprattutto nella condizioni in cui siamo: assediati da mille e crescenti problemi. Mille e ancora una volta concretezza…
Soprattutto nella condizioni in cui siamo: assediati da mille e crescenti problemi. Mille e ancora una volta concretezza…
O invece no? Mille e due volte: invece no! Ogni cosa che appare concreta
ad una persona, difficilmente appare concreta anche ad un’altra …
Ogni pretesa di concretezza complica la vita, altro che produrre risultati
positivi.
Infatti …
Il cambiamento così progettato sembra concreto. Ma solo a chi l’ha progettato.
Agli altri, no!
Infatti la gente mica realizza così semplicemente il cambiamento. Ci
resiste, lo incasina …
Allora il manager cerca di capire meglio, ma facendolo si accorge che il
suo capire è “ballerino”, non è assoluto. E’, innanzitutto, una
interpretazione, non una fotografia oggettiva. E, ancora, questa
interpretazione dipende dal tempo e dal luogo. Scusandomi per la
banalizzazione, dipende dal suo stato d’animo, ad esempio. Lo stesso vale per
la sua gente: anche loro si fanno una idea soggettiva dell’organizzazione. La probabilità
che coincida con la sua è uguale alla probabilità che le persone siano tutte
uguali: stesse risorse cognitive, stesse emozioni. Cioè nessuna.
Questo significa che il cambiamento proposto dal manager non ha una sua
stringente logicità. Dipende dalla sua soggettività: risorse cognitive,
sentimenti ed anche interessi.
Allora si capisce perché quando si comunica un cambiamento è probabile che
succeda un casino: sembra poco ragionevole (fino a sembrare dettato da
interessi personali), poco concreto, addirittura incomprensibile, a chi lo deve
eseguire. E volete che non vi resista?
Si potrebbero aggiungere mille altre considerazioni: ad esempio il fatto
che anche l’organizzazione interpreta, che ha una sua evoluzione autonoma, che
i processi di comunicazione non esistono.
Ma già quello che abbiamo detto porta a concludere che ogni pretesa di
concretezza è anti-scientifica e genera le resistenze al cambiamento che così
tanto condanniamo.
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