"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

mercoledì 19 dicembre 2012

La banale pratica dei "talenti" e il sindaco di Pavia


di
Francesco Zanotti

Il Corsera del 17 dicembre scorso riporta la vicenda del sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, e del caso sollevato da un suo programma di formazione, chiamato "Talent", per pochi meritevoli dipendenti del comune con conseguente opposizione dei sindacati. Il dettaglio della vicenda lo potrete leggere qui. Chi ha torto? Chi ha ragione?
Don Lorenzo Milani soleva dire che gli insegnanti andrebbero pagati a cottimo: un tanto per ogni alunno che superava gli esami.
Il problema non è prendere posizione nel conflitto tra equalitarismo e  elitarismo. Il dovere di una classe manageriale è quello di superare questa contrapposizione che non ha alcun fondamento scientifico.
Il paradigma dei talenti è una versione aggiornata dell’elitarismo. Ed è altrettanto banale.

Io credo che compito di una classe manageriale sia quello di sviluppare i talenti di tutte le persone. Le quali non sono ovviamente tutte uguali, ma non perché si situano in posizioni diverse in una qualche ipotetica (e scientificamente insensata) scala assoluta di merito. Invece, perché sono dotati di talenti diversi. Uguale nobiltà tra le persone nella diversità di inclinazioni, desideri, aspirazioni.
Come si fa a valorizzare i talenti di tutti? Non certo cercando di analizzarli. Ma mobilitandoli. Organizzando processi di auto progettazione dell’organizzazione (o della strategia, per i più audaci e più interessati a risultati rilevanti). I talenti di tutti emergeranno da soli e, con la capacità di sintesi del management, si auto coordineranno in una organizzazione armoniosa, efficace ed efficiente. O per realizzare una strategia rivoluzionaria.
Anche i manager , i politici, i sindacalisti andrebbero pagati per quanto sanno mobilitare i talenti di tutti. E non perché si presume che li sappiano scovare e sviluppare (oppure lasciarli nel loro stato perseguendo una rozza e inconcludente logica equalitarista).
Ma sopratutto dovrebbero attivarsi per cercare ed adoperare conoscenze, linguaggi e metodi per tale mobilitazione, unico modo per consentire all'Italia di rinnovarsi, come auspica lo stesso sindaco di Pavia. 

2 commenti:

  1. Un articolo conciso, ma che dice quello che deve dire: Oggi nel tempo di conoscemza e' molto importante lavorare per aricchire l'inteligenza colletiva.

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  2. La tua idea è corretta, qualora ci siano risorse illimitate. Ma se così non è, e oggi lo sappiamo bene tutti che non ce ne sono, occorre fare delle scelte e ricorrere a criteri espliciti e trasparenti per tutti.
    In questo caso potrebbe darsi che il sindaco abbia usato un criterio burocratico, cioè la sola appartanenenza a un livello organizzativo, fatto in sé non significativo. Tuttavia la valutazione deve essere fatta per forza; chi lavora per le organizzazioni sa bene che per fare un lavoro di sviluppo su basi professionali, occorre avere chiaro il risultato da procurare, quindi misurare sui parametri opportuni la popolazione di riferimento.
    Pensare a un "modo" magico per farlo con tutti è natalizio, ma privo di senso pratico. Perciò ben venga intanto che almeno qualcuno dei dirigenti comunali possa formarsi di più e che magari da questo nascano proposte utili per la cittadinanza. Elasciamo i sogni e le ideologie pret a porter nel casseto, in attesa di tempi migliori.

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