di
Francesco Zanotti
Un piccola storiella rivelatrice. Ma la mia tesi non può che essere
condivisa da Manager e consulenti HR: basta che guardino alla loro vita di
tutti i giorni. L’alternativa è giudicare inutile la scienza.
La storiella.
Il luogo: uno dei dibattiti
su Linkedin. Il primo “dibattente” ad un secondo dibattente (io): sai io prima
di esprimere una opinione mi aggiorno in rete. Secondo dibattente: e che cerchi
in rete? Risposta: cerco quello che riguarda le HR. Non ho più ribattuto: tempo
perso in quel tipo di dialogo. Ma tema rilevante che mi sembra il momento di riprendere.
Per trattare delle
risorse umane è necessario tener conto di tutte le aree di conoscenze che hanno
qualcosa da dire sulle risorse umane. Dalle scienze naturali che forniscono i
modelli di pensiero fondamentali: matematica, fisica, biologia … Alle scienze
umane che forniscono contenuti specifici: neuroscienze, psicologie, sociologia,
antropologia, storia. Se ci si ascolta solo tra specialisti si costruisce una
buca autoreferenziale che finisce per avere senso solo per coloro che la
scavano.
La mia tesi mi sembra
non “falsificabile”. Credo che sia difficile sostenere che le scienze naturali
ed umane siano inutili. Anche perché chi sostiene che siano inutili, in realtà,
quando scrive e opera sulle persone, è costretto ad usare una sua versione
delle scienze naturali e umane. Come se pretendesse di riscoprirle da capo.
Intendo dire che si fonda su di una sua scienza psicologica, sociologica, antropologica
e storica sviluppata solipsisticamente, nella sua vita. Questa onniscienza “personale”
non può che essere molto più primitiva della scienza sviluppata dall’Umanità
nel corso della sua Storia.
Esagero? Ed allora chi
dice che esagero guardi dentro di sé … E’ sicuro chi dichiara che le conoscenze
rese disponibili dalle scienze naturali e umane sono inutili di sapere quali
siano queste conoscenze? Quanto tempo passa a cercare di conoscerle?
Se le risposte sono: non
conosco e non dedico tempo a conoscere, allora la mia tesi è dimostrata. Se la risposta
è: ti dimostro che tutte le conoscenze scientifiche sono inutili mi pacerebbe
sapere le ragioni.
Concludo: credo proprio
che erto non sia accettabile eticamente e socialmente l’atteggiamento: non
conosco, non voglio conoscere e non dico neanche a me stesso il perché. Non lo
dovrebbe essere accettabile neanche da parte degli azionisti delle società dove
i manager e i consulenti HR di tipo “auto-onniscienti” operano.
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