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giovedì 2 marzo 2017

E’ insensato colpevolizzare la burocrazia!

di
Francesco Zanotti

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Angelo Panebianco presenta un libro di Francesco Giavazzi e Giorgio Barbieri sull’eterno problema della burocrazia. “Tutto sbagliato, tutto da rifare” direbbe Bartali.

Il libro è “I Signori del tempo perso. I burocrati che frenano l’Italia e come fare a sconfiggerli.”, edito da Longanesi.
Perché “Tutto sbagliato, tutto da rifare”?
Le ragioni sono così tante che riesco ad elencarne solo alcune. Ho scelto quelle che mi sembrano più rilevanti per le organizzazioni in senso generale.

La prima è che non ha senso metterla sul piano etico: si veicola l’idea che la burocrazia non funziona perché i burocrati sono “cattivi”. La burocrazia, invece, è solo un sistema sociale e, come tale, autopoietico, quindi capace di vita propria e in accoppiamento strutturale con l’ambiente esterno. Più semplicemente: i comportamenti messi in atto dalla burocrazia (ma anche da qualsiasi altro sistema sociale, dal gruppo dei Top manager, ai Consigli di amministrazione, alle assemblee di condominio) sono dettati dalle logiche interne del sistema. Detto al contrario: i sistemi sociali, tutti i sistemi sociali, non possono essere finalizzati a logiche esterne. Solo le macchine possono essere rese funzionali a logiche esterne. In sintesi, quindi, non bisogna prendersela con i burocrati perché anche voi che criticate, se foste al loro posto, vi comportereste secondo le stesse logiche. E la dimostrazione è immediata: il sistema sociale costituito dagli economisti ha costruito una “scienza” che ha senso solo all’interno di questo sistema, ma diventa priva di senso per chi di quel sistema non parte. Soprattutto non c’entra nulla con la realtà economica che sta, evidentemente, fuori del loro sistema.

La seconda è che le soluzioni proposte per “sconfiggere” i burocrati sono sbagliate perché sono figlie della sistemicamente irragionevole colpevolizzazione dei burocrati. Non ve le racconto per ragioni di spazio e perché preferisco la proposta alla critica. E la critica che ho già fatto è più che sufficiente. La proposta è molto semplice: occorre entrare nel sistema burocratico. In pratica, occorre affidare alla burocrazia stessa il compito di riprogettarsi. L’unica avvertenza è quella di fornire ai burocrati nuove risorse cognitive per realizzare questa auto-progettualità. E’ l’uso di nuove risorse cognitive che garantisce che i burocrati non se ne escano con la conferma della situazione attuale. Quali nuove risorse cognitive? quelle che permettono di conoscere le dimensioni informali delle organizzazioni.

Quello che ho detto, vale per ogni tipo di cambiamento. Funziona solo il processo di auto-progettazione “empowerato” con il fornire nuove risorse cognitive. Il resto è solo resistenza.

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