di
Francesco Zanotti
Va bene la partecipazione, ma dopo. Prima
sappiamo noi quali sono i quattro cambiamenti fondamentali da attuare. Poi,
quando questi cambiamenti saranno in atto, potremo pensare a tutta la
partecipazione che vogliamo.
Ecco, l’esperienza ci dice che non accade
proprio così. Quei quattro cambiamenti, tanto più sono importanti, tanto più
rischiano di scatenare resistenze etc.
Forse il mondo è cattivo? No, credo che la
spiegazione possa essere un’altra.
Una prima indicazione di una nuova possibile
spiegazione ci viene dal fatto che i quattro cambiamenti che vogliamo
realizzare riguardano sempre la parte formale della organizzazione… Ma
dobbiamo andare oltre…
Mi si permetta un piccolo interludio.
Noi siamo le nostre risorse cognitive. In particolare,
siano i linguaggi ed i modelli di cui disponiamo … Se ci troviamo di fronte a
resistenze irragionevoli a cambiamenti che sembrano convenienti per tutti,
forse dobbiamo cambiare i nostri linguaggi e modelli di riferimento.
Noi ci proponiamo di usare le scienze naturali ed umane
che si sono sviluppate nell'ultimo secolo e che oggi non vengono usate come
serbatoio di nuovi linguaggi e nuovi modelli per guardare diversamente al mondo
che oggi ci sembra fatto di crisi, scoprire che esso è invece popolato di mille
potenzialità di nuovi mondi e progettare come realizzare qualcuno di questi
nuovi mondi.
Sfruttiamo questa volta la cosmologia
inflazionaria. Essa ci “rivela” che, con la direttività un po’ brutale, ci
precludiamo mondi che ci sono essenziali.
Due note di cosmologia inflazionaria …
Tutti conoscono il modello del Big Bang. Ma
forse non tutti sanno che esso è oramai giudicato troppo grossolano. A partire
dagli anni ’80 (quindi, non ieri) esso è
stato “completato” con un approccio definito “inflazionario”.
Più o meno afferma questo: per far nascere
l’universo non è più necessario che tutta la materia di cui sarà costituito sia
concentrata in qualcosa di simile ad un punto che esplode, appunto, in un
grande botto. Basta solo un primo seme (10 grammi) di un “campo inflazionario”
(che è qualcosa tipo l’antigravità) schiacciato in un volumetto di 10⁻²⁶ cm di
lato.
Questo campo inflazionario scatena
un’espansione velocissima (definita, appunto, inflazionaria) dalla quale nasce
l’universo, utilizzando l’energia del campo inflazionario stesso, che sembra
virtualmente infinita.
Supponete ora che si posa costruire un
“contenitore” che riesca a frenare questo processo inflazionario. Che tenti di
tenerlo racchiuso in quegli angusti 10⁻²⁶ cm. Ci si potrebbe riuscire, ma non
completamente. Il campo inflazionario “gocciolerebbe” fuori creando universi
che si staccherebbero dal nostro universo senza più poter dialogare con esso.
Dalla cosmologia all’organizzazione …
Se mettiamo in atto direttivamente
cambiamenti nella organizzazione formale, tanto più sono “forti” (come il
contenitore che cerca di contenere il campo inflazionario) tanto più comprimono
l’organizzazione informale.
Ma questa è incontenibile: gocciola fuori
dalla organizzazione formale e forma suoi propri universi di senso. Che, come
accade con gli universi fisici, perdono il collegamento (di senso) con
l’organizzazione formale, con il contenitore che cercava di comprimerli
Morale: cercate pure la scorciatoia
dell’imporre, ma sappiate che tanto più imponete, tanto più l’organizzazione
informale sguscerà fuori in una realtà a voi inaccessibile. Con la quale non
dialogherete più.
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