di
Francesco Zanotti
Che bello essere sempre
impegnati, subissati dalle urgenze. Permette di autorealizzarsi, di sentirsi
importanti senza fatica e senza rischi. Permette di non dover far fatica a
studiare: gli impegni, le urgenze non lasciano il tempo per farlo. Permette di non
rischiare progetti e cambiamenti importanti: gli impegni e le urgenze
giustificano lo spostare ogni fatica progettuale, ogni cambiamento.
Qualche volta si rimanda
alle vacanze lo studiare e il progettare. Ma, poi, quando arrivano le vacanze,
prevale il bisogno di staccare dalle urgenze, di dedicarsi al non lavoro (il
tempo libero è sostanzialmente non lavoro). Forse a ragione perché le urgenze
proteggono, ma sono sfiancanti. Si fa molta fatica spicciola per evitare la
fatica importante dello studiare e del progettare.
Se poi tutte quelle urgenze sono
del tutto fittizie, peggio, sono auto costruite proprio da chi, evitando la
conoscenza, non riesce a capire l’impresa in cui vive e non sa realmente
governarla, beh … non ne parliamo. Tanto non se accorge nessuno. Anche se ne
leggiamo, per caso, su blog come Ettardi, facciamo spallucce, certi che nessun
azionista frequenterà mai questi blog e mai ci chiederà perché vogliamo ostinatamente
danneggiare l’impresa che ci paga solo per rifiutare lo studiare e il
progettare. Sicuri che non li frequenti già?
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