di
Francesco Zanotti
Oggi il complesso delle
scienze naturali ed umane suggerisce nuove prospettive per comprendere e “governare”
persone ed organizzazioni.
Il problema è che per poter
valutare queste prospettive è necessario avere almeno una qualche idea di quali
siano i contributi rilevanti delle scienze naturali ed umane. Altrimenti non si
è in grado di capire cosa è innovazione profonda e cosa è, invece, la banalità spacciata
(magari in buona fede) per innovazione. Purtroppo per un manager è molto
difficile avere anche solo una qualche idea di quali sono i risultati
fondamentali raggiunti nelle scienze naturali ed umane.
I consulenti certo non li
aiutano: parlano e cercano di vendere le loro (spesso presunte) innovazioni
senza alcun riferimento alle conoscenze cha hanno utilizzato per svilupparla.
Così si vende e si compra conoscenza solo per relazione. Ma l’essere amici non
garantisce innovazione.
Che fare? Predisporre strumenti
per conoscere in fretta, ma efficacemente, i maggiori risultati delle scienze
naturai ed umane. Noi lo abbiamo fatto: short seminar e documenti snelli.
E, poi, i manager dovrebbero
chiedere sempre ai consulenti il posizionamento delle loro innovazioni: come si
collocano nel panorama complessivo delle scienze naturali ed umane.
Strano? Ma no, è quanto
accade normalmente in tutti gli altri ambiti della conoscenza. Avete idea di
cosa succederebbe se si comprasse la tecnologia solo dagli amici, anche se magari
mai hanno fatto ricerca?
Un ultimo consiglio cari
manager: chiedete ai vostri consulenti anche quanto investono annualmente in
ricerca.
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