di
Francesco Zanotti
Oggi sul Corriere della Sera Carlo Vulpio propone una ripresentazione
della figura di Adriano Olivetti. Chi si dichiara non olivettiano? Nelle parole
nessuno, nei fatti quasi tutti.
Mi si lasci essere
breve. Io credo che la cosa più rilevante di Olivetti non siano le cose che ha
detto e fatto. Ma il fatto che ha capito la “primitività” del suo tempo ed ha
provato a fare il profeta usando il meglio della conoscenza esistente. La
responsabilità del futuro, attraverso la conoscenza, alla ricerca della
bellezza.
Se questo è davvero il
messaggio di Olivetti, allora sono tutti anti-olivettiani, soprattutto i
manager. Invece di capirne i limiti cercano un ruolo
nel presente. Cercano di sfruttare quello che il presente offre. Se si parla di
conoscenza, allora la contrapposizione ad Olivetti è netta: i manager pensano
che la conoscenza sia irrilevante. Conta solo il loro talento che pensano abbia
qualcosa di magico. E quando non hanno successo è perché il loro talento non
viene riconosciuto. Se si pensa alla bellezza … meglio non commentare a cosa
associano la parola bellezza, se pur sanno che esista questa parola …
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