"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

martedì 22 aprile 2014

Transistor e …ma noi abbiamo già un Piano

di
Francesco Zanotti


Tutti sanno cosa sia un transistor. E’ un aggeggino che può fare sia da amplificatore, che da porta logica. Fa la stessa funzione di una valvola termoionica. Ma con una efficienza ed efficacia completamente diverse. Così diverse che alcune “realizzazioni” sono state possibili solo perché ci sono i transistor.
Innanzitutto, le prime radio a transistor dei primi anni ’60: piccole, trasportabili, alimentabili da batterie, senza una produzione eccessiva di calore. Ricordate le radioline (appunto, a transistor) sulle spiagge a sentire “il calcio minuto per minuto”?
Poi, tutti i computer e tutti gli aggeggi elettronici che avete per le mani che funzionano grazie a miriadi quasi infinite di transistor piccolissimi e integrati insieme.
Quando sono stati costruiti transistor utilizzabili in applicazioni concrete, tutti si sono buttati ad utilizzarli (salvo in alcune applicazioni particolari). Nessuno ha risposto: va beh certo sono straordinari, garantiscono prestazioni altrimenti non raggiungibili, ma io ho il programma di produzione di oggetti che funzionano a valvole che mi assorbe completamente. Me ne occuperò quando avrò tempo.
Meglio, alcuni hanno risposto così, ma sono stati buttati fuori velocissimamente dal mercato.

Perché questa filippica sui transistor?
Perché oggi le rivoluzioni non accadono solo nella tecnologia, ma anche nella “materie” soft. In particolare, si sta affermando una visione emergente delle persone e delle organizzazioni che permette di rivoluzionare tutte le azioni di governo: gestione del funzionamento, sviluppo delle persone, cambiamento dell’organizzazione, formazione. Si eliminano i costi di formazione, si recupera il governo dei comportamenti, si crea un ambiente organizzativo che le persone trovano un ideale luogo di auto realizzazione …

Purtroppo esistono ancora manager che riconoscono queste novità, esse li entusiasmano, ma poi fuggono. Abbiamo le nostre urgenze, i nostri programmi. Come i rifiutatori di transistor …
E’ inutile esplicitare una “morale” evidente.
Solo un invito. Cari manager, quando vi convincete di una qualche rivoluzione possibile, abbiate coraggio. Il tempo, le urgenze, i programmi già fatti non siano una scusa. Altrimenti non solo la vostra azienda, ma tutta la società che quella azienda serve ne avrà un danno. In realtà la crisi che stiamo vivendo è una crisi di conservazione. Non peggioratela sposando ad oltranza la conservazione …
Certo l’innovazione comporta comportamenti radicali, come è accaduto ai progettisti che hanno dovuto smettere di lavorare con corrente alternata a 220 Volt ed abituarsi a lavorare con correnti continue generate da potenziali di una decina di Volt.
Ma seguendo innovazioni radicali i risultati sono eclatanti. Il rifiutare l’innovazione (anche solo spostarne l’utilizzo) genera pure risultati eclatanti, ma eclatantemente negativi.


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