di
Francesco Zanotti
Un messaggio a tutte le imprese che sono alle prese con problemi di motivazione dei giovani. E che, cercando di risolverli, si sono messe in un circolo vizioso. Infatti, si sono messe in testa che l’unico modo per motivarli è offrire loro spazi di carriera (potere e soldi, quindi), li hanno promessi e poi hanno scoperto che questi spazi di carriera non ci sono.
Ora,
un articolo apparso oggi sul Corriere, a firma di Serena Danna, parla delle
motivazioni dei Millennials.
Riporto
alcune frasi che la Danna ha ripreso da diversi studi e riviste.
“Neanche
un ragazzo ha espresso desideri come: raggiungere posizioni di potere o fare
soldi”.
“I
ragazzi non vedono la professione come un mezzo per pagare l’affitto, ma per
esplorare passioni, hobby, filosofie”.
“Almeno
la metà degli intervistati (tra gli studenti migliori università americane)
sono convinti che il mondo aziendale avrà sempre una maggiore responsabilità
nelle risoluzione delle grandi sfide della società.”.
Allora,
che fare, visto che le armi dei soldi e della carriera sono spuntate? Come
venire incontro alle esigenze di nuovi giovani, come utilizzarle per rinnovare
strategicamente ed organizzativamente le nostre imprese?
Innanzitutto,
offrite loro nuove risorse per comprendere la complessità dell’impresa.
Attenzione:
non pensate nemmeno (ne riceverete pernacchie, qualche volta anche esplicite)
di parlare delle soft skills, della creatività o di qualche regoletta di
filosofia spicciola.
Per nuove
risorse cognitive intendo le conoscenze che sono state sviluppate nelle scienze
naturali ed umane, che permettono una nuova comprensione della complessità dell’impresa
e che sono oggi pressoché sconosciute nel mondo dell’impresa stessa.
E,
poi, coinvolgeteli a progettare, usando queste conoscenze, a seconda del
coraggio di cui disponete, nel progettare la strategia dell’impresa o, almeno,
nel progettare il contesto organizzativo in cui devono operare.
Così li
motiverete e renderete disponibile alle imprese il meglio delle loro nuove e inedite esistenzialità profonde.
Messaggio
finale: cari manager non abbiate paura a farvi aiutare. Non da qualcuno che
tende a sostituirvi. Ma da qualcuno che rende, prima di tutto a voi,
disponibili quelle nuove conoscenze che occorrere fare avere ai ragazzi. E che,
poi, rende disponibili metodologie per guidare una nuova progettualità che si
fonda su nuove risorse cognitive.
Nessun commento:
Posta un commento