"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

martedì 6 maggio 2014

Non c’è niente da delegare.

di
Francesco Zanotti


Il tema della delega è una delle tante discussioni inutili.
Oggi le persone hanno già una delega completa sulla strategia dell’impresa. Cosa volete delegare di più?
Pensate non sia vero che le persone abbiano la delega completa sulla strategia?
Allora seguite il ragionamento.
La strategia reale dell’impresa, quella che genera o meno flussi di cassa, è costituita dai comportamenti quotidiani delle persone.
Ora i comportamenti quotidiani non sono prescrivibili. Non sono neanche progettabili se non da chi li mette in atto. Quindi sono una continua libera scelta delle persone.
Riassumendo.
Se la strategia sono i comportamenti e se i comportamenti sono una libera scelta delle persone, di ogni persona, allora la strategia è delegata di fatto alle persone.
Qualche obiezione?
Io ne immagino un paio …


5 commenti:

  1. Una obiezione. Se è vero che la strategia è delegata "di fatto" alle persone, spesso non è delegata "di diritto". Cambia molto se uno si sente legittimato e a fare "di testa sua", se gli viene conferito ufficilamente tale potere, oppure se tutte le volte è in ansia o è sotto stress perchè non sa se sta andando troppo oltre il suo ruolo.
    In questo senso il tema della delega a mio avviso può essere interessante e non del tutto inutile.
    Una seconda obiezione: di fatto di chi è la responsabilità del risultato finale? Se la strategia di fatto è delegata alle persone e dai loro comportamenti quotidiani, possiamo dare a loro come singoli l'intera resposabiltà dell'esito del processo? Non penso, dato che in un sistema complesso non possiamo adottare soluzioni riduzionistiche. Però allora diventa interessante discutere sulla delega e come si condivide la resposabilità e il potere.
    Stefano

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    1. Caro Stefano
      C'è da sgombrare il campo da una falsa convinzione di fondo, ovvero che esista davvero la possibilità di definire con precisione un campo di azione delle persone (di testa sua o no).
      E' impossibile farlo!

      Sulla seconda obiezione: ma è davvero importante definire "di chi è la responsabilità del risultato finale"?
      Proprio perchè, come dici stesso tu, "il sistema è complesso" non si applica il principio di causalità dal quale discende il "responsabile" (approccio riduzionista). Non esistono singoli responsabili di successi o fallimenti, è la comunità che vince o perde, tutta insieme, non è "dimostrabile" il contrario.

      Inoltre una discussione su delega, responsabilità e potere evidenzierebbe la volontà di adottare un approccio riduzionistico ad un sistema complesso. Avrebbe senso?

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    2. Caro Luciano,
      non ho capito bene la risposta alla prima obiezione. D''accordo che non esiste la possbilità di definire con precisione un campo di azione, però sapere se sono legittimato o no ad agire può fare la differenza.
      Sulla seconda obiezione sono d'accordo, però proprio perchè è la comunità che vince o perde tutta insieme mi pare importante riflettere sui temi del potere (inteso come "possbilità di fare") e del sentirsi responsabili di quanto accade (per capire come noi stessi costruiamo l'ambiente che ci circonda e lo influenziamo).

      E' importante quindi definire "di chi è la resonsabilità" per capire che non è mai solo di chi materialmente ha fatto un cosa, ma di tutto il sistema. Sia per evitare risposte del tipo "ho eseguito solo un ordine", sia risposte del tipo "non sapevo", "non credevo", "non ho detto io di fare così".

      Altra cosa che mi vien in mente ora: la delega ha anche a che fare con la perdita di controllo. Se io delego, delego davvero e non per finta, perdo il controllo di quella cosa. Ora, - a mio avviso - c'è una strategia di fatto delegata alle persone, ma nel contempo sopravvive il mito del controllo. Ma "delega" e "mito del controllo" non stanno insieme. Per questo mi pare importante parlarne e approffondire tutte le ambiguità che ci sono nella delega. Perchè è vero che tutti sono resposabili ma forse alcuni sono più responsabili di altri.
      Stefano

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  2. Il problema è che quello che i vertici aziendali possono delegare o meno sono solo le decisioni hard (compro una azienda, compro una macchian, entro in un nuovo mercato etc.) Ma queste decisioni sono solo il contorno. All'interno di decisioni scelte le persone scelgono (il paradigma della decisione non èadatto a descrivere questo processo di scelta) liberamente i loro comportamenti i tutti i giorni. Questa libertà è strutturale, quasi ontologica. Non ha senso parlare di delega perchè gli immensi spazi di libertà delle persone non possono essere riempiti dal management. Che senso ha, allora, discutere se è utile od opportuno delegare una cosa di cui non si dispone?
    Secondo me ci si impantata in queste disussioni perchè le scienze manageriali non sanno riconoscere (quindi non sanno gestire) gli spazi di libertà delle persone. Il problema correlatoè che nè i manager nè i consulenti non sanno praticamente nulla di strategia d'impresa. Sfida: chi sa tenere un seminario sullo stato dell'arte degli studi di strategia aziendale a livello internazionale?
    Allora, mancando queste conoscenze, ogni discorso diventa fumoso
    A me sembra che questo ignorare non sia etico.
    Grazie
    F

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  3. Grazie della risposta. Probabilmente io intendevo con delega qualcosa di simile a "riconoscere e gestire gli spazi di libertà delle persone". E visto che troppo spesso le scienze manageriali ignorano ciò, mi pareva importante parlarne.
    Belle le ultime frasi che condivido appieno:
    1) mancando queste conoscenze, ogni discorso diventa fumoso
    2) questo ignorare non è etico.

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