di
Francesco Zanotti
Giovanni è un essere umano.
Moltissimi (credo tutti i manager e i consulenti) sono convinti che per guidare
(governare? Comandare? Motivare) Giovanni sia necessario conoscerlo.
Ma cosa significa
conoscerlo? Provo a rispondere rivelando che la mia fonte è: Jerome Kagan. “Le
tre culture", pag. 49-50. Ovviamente con adattamenti miei.
Chiedete ad un neuroscienziato
e vi risponderà che lo vuole analizzare con tecniche di neuro imagining.
Chiedete ad uno psicologo e vi risponderà che Giovanni è le sue strutture
cognitive, il suo subconscio, le sue intelligenze o le sue emozioni e
sentimenti (si veda la distinzione che fa Damasio tra emozioni e sentimenti).
Chiedete a uno scienziato psico-sociale e vi risponderà che Giovanni è il suo
gruppo (o la sua rete sociale, se volete essere più “à la page”). Se chiedete
a un sociologo vi risponderà che è il suo genere, la sua etnia, la sua nazione.
Se chiedete ad un antropologo vi dirà che sono i valori e i miti della sua cultura di riferimento.
Se chiedete a uno storico vi dirà che Giovanni è la storia della sua famiglia.
Se chiedete a un poeta vi dirà che Giovanni è (vedi Kagan): la sua nostalgia
per l’estate quando è novembre e gli alberi sono spogli, il misto di impotenza
e melanconia che lo pervade quando … etc.
E il manager chi pensa sia Giovanni?
Non lo sa, però, pensa di guidarlo lo stesso …
Mi si obietterà che non è possibile
conoscere tutte queste cose di Giovanni. Vero. Ma questo comporta che non lo si
può comandare o motivare. Occorre fare tutt'altro …
Nessun commento:
Posta un commento