"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

sabato 12 novembre 2016

Il primo comandamento del cambiamento: obiettivi chiari. Ma va là …

di
Francesco Zanotti

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Inizio da oggi una serie di post francamente antipatici anche per chi li scrive: smontano. Smontano l’attuale ideologia del cambiamento. Ma, arrivati a questo punto, non ci possiamo più permettere di  tentare di sopravvivere inseguendo leggende metropolitane a spese delle imprese.
In pratica, smonterò una serie di principi che vanno per le maggiore e che non hanno uno specifico autore: sono comuni leggende metropolitane. Oggi tocca agli obiettivi. Si pensa debbano essere chiari e condivisi. Ma è impossibile che lo siano …

La leggenda metropolitana di oggi è la seguente:

Abbi un obiettivo chiaro per il cambiamento proposto,
che abbia senso chiaro, comprensibile e condivisibile dalla tua gente.
Sono le tue motivazioni a muovere il mondo intorno a te.

Allora, innanzitutto non si capisce cosa riguardi questo obiettivo. E’ la ragione per cui si cambia o è il cambiamento da realizzare? Se si intende la ragione per cui si cambia, o è una ragione economico finanziaria, oppure ognuno ha la sua e deriva dalla sua situazione esistenziale complessiva che certamente non è conoscibile dall’esterno.
Se si intendono i pezzi di organizzazione da cambiare, beh è impossibile descriverli significativamente.
Innanzitutto, non si può descrivere come cambiare le singole persone, neanche una loro parte come possono essere i valori e le competenze perché non si sanno quali siano né gli uni né le altre. Non esistono “valorometri” o “competenzometri”. E quando si cerca di usare quegli strumenti che pretendono di esserlo, si scopre che sono “quantistici”: creano, nel contesto virtuale del processo di misura, i valori o le competenze che poi dichiarano di aver misurato.
Lo stesso vale per l’organizzazione. Si possono cambiare organigrammi e procedure. Ma queste sono solo una parte dell’organizzazione e non hanno significato autonomo: dipende come vengono usate. E il “come vengono” usate dipende dal sistema di relazioni informali e i sistemi autopoietici che proprio esse generano.
Non hanno senso operativizzabile (non si sa di cosa sono fatti e come vengono utilizzati) “oggetti” come “clima” e “cultura”. E tanto meno esistono “climatometri” o “culturometri” per misurarli. E vale lo stesso discorso fatto per gli strumenti di misura delle persone: se si usano quelli esistenti si scopre che evidenziano, ad esempio, non il clima aziendale, ma il clima che ha generato il processo di misura del clima.
Quindi? Quindi nulla … L’ho detto che sarebbero stati  post “antipatici”: solo di contestazione. Perché questo solo può essere un vero punto di ripartenza. D’altra parte di proposte alternative è pieno il blog …

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