"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

mercoledì 5 giugno 2013

Valorizzare le risorse umane e meritocrazia: che c’è oltre a retorica stantia?

di
Francesco Zanotti


Sul Corriere di qualche giorno fa ho letto un articolo di Roger Abravanel dal titolo Ilfattore umano vitale per l’impresa.
Titolo incontestabile, ma guardando dentro l’articolo, non si può non osservare che …
Innanzitutto la stessa espressione: “Valorizzare le risorse umane”. Ma cosa significa operativamente?
Per quanto ne so, esplorando lo spettro delle scienze naturali (dalla fisica alle neuroscienze che, oggi, sembrano collegatissime), umane (psicologia in tutte le sue espressioni), e sociali (esempio, la teoria di Luhmann che è erede della visione complessiva della società di Parsons), non si trova nessun contributo alla precisazione operativa di questa espressione.
Credo che l’alternativa sia secca: o spieghiamo in un modo scientificamente accettabile cosa significa o la piantiamo di usarla.
Poi, la via della meritocrazia. E’ una delle illusioni (o imbrogli) più terribili. La ricerca che cita Abravanel a supporto dell’esigenza di aumentare la meritocrazia è scientificamente risibile (forse pubblicitaria?). Che cosa volete che significhi che qualcuno dichiari che non viene valorizzato dall'impresa? Chi non conosce che le ragioni possono essere mille? E che il concetto stesso di “essere valorizzato” non è univoco?
Al di là della “imprecisione” della ricerca citata, è il tema stesso del valutare il merito che non ha nessun senso scientifico. Non posso certo esplicitare qui da dove origino questa convinzione, perché sono troppe le evidenze scientifiche che stanno a suo supporto. Accetto ovviamente una “sfida” a voler rendere ragione in pubblico di queste mie convinzioni in un contraddittorio (che mi sembrerebbe doveroso) con tutti coloro che auspicano la “valorizzazione delle risorse umane” e la meritocrazia. Mi sembra doveroso per un giusto rispetto alla scienza e alla conoscenza. Non credo che snobbando quasi tutta la conoscenza esistente si possa costruire lo sviluppo di questo Paese.
Certo non voglio dire che le risorse umane non siano importanti. Lo sono perché svolgono un ruolo progettuale, fino ad oggi non riconosciuto. Cosa vuol dire questo? Lo abbiamo spiegato alla noia in questo blog.
Concludo, anche l’ultimo passaggio del discorso di Abravanel non mi convince. Intendo la sparata contro le imprese familiari. Primo perché c’entra poco con valorizzazione delle risorse umane e la meritocrazia. E, poi, perché rappresenta il cavallo di battaglia di una cultura strategica arci superata. Basta leggere frequentemente lo Strategic Management Journal per accorgersene.


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