di
Francesco Zanotti
Sul Corriere di qualche giorno fa ho letto un articolo di Roger Abravanel dal titolo Ilfattore umano vitale per l’impresa.
Titolo incontestabile,
ma guardando dentro l’articolo, non si può non osservare che …
Innanzitutto la
stessa espressione: “Valorizzare le risorse umane”. Ma cosa significa
operativamente?
Per quanto ne
so, esplorando lo spettro delle scienze naturali (dalla fisica alle
neuroscienze che, oggi, sembrano collegatissime), umane (psicologia in tutte le
sue espressioni), e sociali (esempio, la teoria di Luhmann che è erede della
visione complessiva della società di Parsons), non si trova nessun contributo
alla precisazione operativa di questa espressione.
Credo che l’alternativa
sia secca: o spieghiamo in un modo scientificamente accettabile cosa significa
o la piantiamo di usarla.
Poi, la via
della meritocrazia. E’ una delle illusioni (o imbrogli) più terribili. La
ricerca che cita Abravanel a supporto dell’esigenza di aumentare la
meritocrazia è scientificamente risibile (forse pubblicitaria?). Che cosa
volete che significhi che qualcuno dichiari che non viene valorizzato dall'impresa?
Chi non conosce che le ragioni possono essere mille? E che il concetto stesso
di “essere valorizzato” non è univoco?
Al di là della “imprecisione”
della ricerca citata, è il tema stesso del valutare il merito che non ha nessun
senso scientifico. Non posso certo esplicitare qui da dove origino questa
convinzione, perché sono troppe le evidenze scientifiche che stanno a suo supporto.
Accetto ovviamente una “sfida” a voler rendere ragione in pubblico di queste
mie convinzioni in un contraddittorio (che mi sembrerebbe doveroso) con tutti
coloro che auspicano la “valorizzazione delle risorse umane” e la meritocrazia.
Mi sembra doveroso per un giusto rispetto alla scienza e alla conoscenza. Non
credo che snobbando quasi tutta la conoscenza esistente si possa costruire lo
sviluppo di questo Paese.
Certo non voglio
dire che le risorse umane non siano importanti. Lo sono perché svolgono un ruolo
progettuale, fino ad oggi non riconosciuto. Cosa vuol dire questo? Lo abbiamo
spiegato alla noia in questo blog.
Concludo, anche
l’ultimo passaggio del discorso di Abravanel non mi convince. Intendo la
sparata contro le imprese familiari. Primo perché c’entra poco con
valorizzazione delle risorse umane e la meritocrazia. E, poi, perché rappresenta
il cavallo di battaglia di una cultura strategica arci superata. Basta leggere
frequentemente lo Strategic Management Journal per accorgersene.
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