di
Francesco Zanotti
Credo che tutti convengano
che le attuali teorie di management prescindano quasi interamente dai risultati
ottenuti nelle diverse scienze umane e naturali. Costituiscono una
specializzazione a parte.
Infatti, per
quanto riguarda le scienze naturali si sente qualche accenno ai neuroni
specchio. Ma più come curiosità o come speranza di trovare un qualche nuovo
escamotage gestionale. Per quanto riguarda le scienze umane credo che vi siano
solo richiami di quella psicologia che Michele Di Francesco e Giulia Piredda
definiscono “psicologia del senso comune” (La mente estesa pag. 38).
Credo vi sia
stata anche una sorta di regressione rispetto al passato perché ad esempio il
pensiero di Pagliarani e della sua scuola non viene citato spesso.
Ora, le scienze
naturali ed umane hanno certamente qualcosa da dire a riguardo alla identità
degli esseri umani, al loro stare insieme nelle organizzazioni, alle relazioni
tra queste organizzazioni con l’ambiente che le circonda.
Hanno qualcosa
da dire perché forniscono contributi essenziali. Solo per fare qualche esempio,
alla scoperta dell’identità profonda degli uomini contribuiscono certamente le
neuroscienze e le diverse tipologie di psicologie. Contribuisce la teoria
quantistica dei campi perché fornisce preziose indicazioni per studiare le
relazioni del cervello con l’ambiente esterno … Contribuiscono certamente anche
la filosofia, la psicosociologia, la sociologia, l’antropologia etc. ovviamente
qui non posso dare una descrizione dei diversi contributi. Da ultimo
contribuiscono le scuole organizzative più importanti. Per citare un libro
italiano: L’organizzazione: concetti e metodi a cura di Tommaso M. Fabbri.
Mi si dirà che,
anche se il management non si avvale dei contributi di tutte queste conoscenze,
è ugualmente un’area di conoscenza dove stanno fiorendo innovazioni. Lo so! Ma
se date una occhiata da vicino a queste innovazioni scoprirete che esse sono,
spesso inconsciamente, una applicazione parziale di qualcuna delle scoperte che
sono state fatte in qualche scienza umana e naturale.
Ora, se si
ritiene che l’attuale teoria manageriale sia completa e coerente, sia efficace
e non abbia bisogno di miglioramenti, allora tutto quello che sto per dire è
inutile. Ma a me non sembra proprio che così sia. Credo che l’esperienza di
tutti sia sempre più messaggera di disagi profondi e risultati calanti. Se qualcuno
volesse andare al di là della propria esperienze dovrebbe leggere i libri di
Quaglino e Morelli per fare il punto sul disagio organizzativo e sulle
insufficienze teoriche del management attuale.
Allora quello
che propongo è di fare due più due …con desiderio, speranza e responsabilità.
Innanzitutto
propongo di condividere i risultati dei nostri progetti di ricerca. In un modo
molto semplice: stiamo organizzando pomeriggi dal titolo comune: Se ti punge
vaghezza.
Se ti punge vaghezza, cioè se desideri (ecco il desiderio) ascoltare quale contributo danno le diverse scienze umane a naturale al governo strategico ed organizzativo soprattutto delle grandi imprese vieni ai nostri incontri. Ovviamente gratuiti.
Se ti punge vaghezza, cioè se desideri (ecco il desiderio) ascoltare quale contributo danno le diverse scienze umane a naturale al governo strategico ed organizzativo soprattutto delle grandi imprese vieni ai nostri incontri. Ovviamente gratuiti.
Chi desiderasse
parteciparvi ci contatti.
Ci aspettiamo
insieme al desiderio di conoscere la speranza e la responsabilità di trovare
nuove vie attraverso nuove conoscenze.
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