di
Francesco Zanotti
Francesco.zanotti@gmail.com f.zanotti@cse-crescendo.com
La ideologia della competizione è il frutto di un grandioso successo di marketing. E’ cominciato tutto con la primitiva visione del mercato di M. Porter nei primi anni ’80. Essa, poi, è dilagata, ma diventando sempre più povera. Ed oggi ci affligge come un mantra banale che, però, sta causando danni incalcolabili.
Sta portando ogni settore industriale verso una guerra di
prezzi che non può essere vinta, ma costringe le imprese a perdere sempre di
più la loro capacità di produrre cassa. Qualche volta le costringe a pratiche
discutibili, come risparmiare sulla sicurezza. Costringe cognitivamente le
banche (che usano la stessa visione del mercato) a impostare le operazioni di
ristrutturazione del debito sulla riduzione dei costi. Costringe il governo a
sussidiare, fino a diventarne padrone, le imprese, invertendo così il principio
chiave di una società liberale dove sono le imprese a produrre soldi e non ad
essere mantenute. Rende strutturale ed inevitabile sia la riduzione
dell’occupazione che la sua perdita di “qualità”: gli stipendi diminuiscono.
Ma non si può non competere, mi si obietterà. Non è vero!
Intorno a noi stanno emergendo mille segni di possibili futuri che potrebbero
attivare una nuova progettualità imprenditoriale. Essa creerà imprese che
proporranno prodotti radicalmente diversi attraverso processi produttivi
altrettanto diversi. Imprese che torneranno a produrre cassa e, quindi,
occupazione e gettito fiscale. Oltre che una nuova società.
Manager che avete la responsabilità degli attori
fondamentali di ogni progettualità imprenditoriale (le persone), non abbiate
paura. Esistono le conoscenze che possono rigenerare imprenditorialità diffusa
in tutte le imprese. Sono le metodologie e le conoscenze di strategia
d’impresa. Imparatele: non è un delitto ammettere che non le si conoscono.
Imparatele e diffondetele. Lasciate stare i costi di leadership, le valutazioni
i sistemi incentivanti e compagnia cantante. Dobbiamo costruire un nuovo mondo
con lo scalpello dell’artista. Come diceva Michelangelo: il David sta nella
pietra, io l’ho solo tirato fuori. Una nuova economia ed una nuova società
stanno nascoste nei segni dei tempi futuri. Tocca a voi dare alle vostre
imprese le conoscenze necessarie per togliere il marmo di troppo. Lo
scalpellare il marmo per produrre nuove imprese che diventano opere d’arte
genera auto motivazione, auto formazione, collaborazione e tutto quello che
oggi cercate di fare direttivamente e, quindi, artificialmente. Riuscendoci
poco. O punto.
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