"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

domenica 12 gennaio 2014

Intorno all’insensatezza del cambiamento

di
Francesco Zanotti

Il fondamento di ogni progetto di cambiamento è sapere esattamente cosa cambiare e che effetti ha questo cambiamento.
Bene quando si ha a che fare con un sistema semplice (una macchina) si riesce a scegliere cosa cambiare e si riesce a capire cosa accade se si effettua quel cambiamento.
Ma quando si ha a che fare con una organizzazione, no! Non si riesce a scegliere cosa cambiare perché non si sa descrivere una organizzazione. E se non la si sa descrivere, come si fa a scegliere cosa e come cambiare? Ovviamente, di conseguenza, non si può neanche sapere quali sono gli effetti di un cambiamento che non sa quale sia.
Il lettore è scettico? Allora provi a rispondere alla domanda: ma da cosa è composta una organizzazione? Una macchina si sa da cosa è composta: ruote, volante, motore, sedili etc.. Si riesce a descrivere tutte le “cose” di cui è composta. Ma di una organizzazione non si riesce a dire da cosa è fatta. Supponiamo che un lettore riesca a fare una ipotesi su quali siano le parti fondamentali di una organizzazione. Scoprirà che la sua ipotesi è puramente “personale”. Un’altra persona direbbe che una organizzazione è fatta di cose diverse.
E stiamo parlando di una organizzazione in generale. Se, poi, si parla della singola organizzazione, allora le cose peggiorano ulteriormente.  Tot capita tot descrizioni.
Conclusione: se non si sa descrivere l’oggetto che si vuole cambiare (e ovviamente , tanto meno si sanno le conseguenze di eventuali cambiamenti) che senso ha parlare di cambiamento e di gestione del cambiamento?

Dobbiamo aspettare i posteri per rispondere che non ha nessun senso?


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