di
Francesco Zanotti
Ma cosa fa un lavoratore in una organizzazione? Diamine: fa quello che gli viene detto. E se non lo fa viene redarguito. Bene, allora prendiamo un lavoratore ligissimo a tutti gli ordini.
Gli
ordini che riceve non sono un programma completo. Impongono solo alcuni
comportamenti, ma poi il lavoratore deve scegliere liberamente una serie
impressionante di altri comportamenti che coprano i buchi che i comportamenti
prescritti lasciano.
Usando
(essendo costretto ad usare) questa libertà, egli costruisce quella che si
definisce l’organizzazione informale: il suo sistema cognitivo, le sue
relazioni, la cultura del suo gruppo. Costruisce tutti i giorni cose essenziali
che condizionano i suoi comportamenti e, quindi, i risultati dell’impresa.
Questa
organizzazione informale è sconosciuta ed inconoscibile dal management. Quindi non
viene gestita.
Lavoratore
progettuale significa che, nei fatti, i lavoratori progettano, attuano e
cambiano tutti i giorni, anche se inconsciamente, la vera organizzazione dell’impresa.
Una progettualità
reale, ma istintuale.
Quale
è l’efficacia e l’efficienza di questa organizzazione informale? Bassissima.
E’ il
fatto che la qualità dell’organizzazione informale è bassa che genera
insicurezza, malessere bassa efficacia, bassa efficacia, discriminazioni.
Allora
occorre prendere atto che sono le persone che costruiscono e cambiano tutti i
giorni l’organizzazione e fare in modo che questo processo sia fecondo e non
conflittuale.
Il
manager non deve decidere nulla, deve governare processi di emergenza dell’organizzazione
informale. Poi potete buttare tutto l’armamentario di corsi, corsetti, corsettini
e progetti che interferiscono in modi non conoscibili con l’organizzazione informale.
Poi potere rivedere la logica stessa dell’assumere e del licenziare.
Ovviamente
se veramente interessano cose come l’efficacia, l’efficienza, il benessere, la
sicurezza, la qualità, la non discriminazione.
Nessun commento:
Posta un commento