di
Francesco Zanotti
Ecco, le virgolette stanno
ad indicare che la considero un complimento.
Infatti, ogni nuovo
paradigma inevitabilmente viene espresso in un nuovo linguaggio. Se il nostro
linguaggio suona nuovo, allora questo è il
primo e fondamentale indizio che stiamo dicendo cose realmente nuove. Io
sostengo: un nuovo paradigma di management.
Mi direte: ma allora
dobbiamo considerare nuova una cosa solo perché non la capiamo?
Certo che no! Serve un’altra
condizione di cui parlerò dopo.
Ora voglio insistere per
essere chiaro: non aspettatevi cose nuove dette con un linguaggio che capite.
Sono solo dichiarate nuove. Se non sentite nessun linguaggio nuovo, siate certi
che state ripetendo il presente.
Se il presente va bene così
come è, allora cari HR manager, non dovete fare nessuna fatica. State a sentire
solo i linguaggi che capite perché non avete alcun bisogno di innovazione.
Se, invece, come mi sembra tutti
pensate necessario un nuovo ruolo per manager HR, allora dovere cercare persone
che dicono cose in linguaggi inusuali.
Come detto, ovviamente, il
linguaggio nuovo è solo una condizione necessaria e non sufficiente.
Occorre, allora, verificare
la qualità delle cose che vengono dette in un linguaggio nuovo.
Vi propongo questo strumento
di verifica: mettetele al vaglio di tutte le conoscenze che definisco “rilevanti”.
Cioè quelle che contribuiscono a comprendere l’uomo e le relazioni tra gli
uomini in un certo contesto. Se verificate che le cose nuove sono l’applicazione
delle conoscenze rilevanti più avanzate, allora consideratele veramente nuove.
Altrimenti, no!
Vi consiglio di fare questa
verifica anche con le cose (idee, metodi etc.) che usate o con quelle che vi
sembrano nuove, ma comprensibili. Scoprirete che, alla luce delle conoscenze
rilevanti, sono banalmente … sbagliate. Sono anti-scientifiche.
Ma è difficile: richiede che
si disponga di tutte le conoscenze rilevanti. Beh pensate che gestire sistemi umani sia più
semplice che gestire sistemi tecnologici? Sarà più difficile, invece.
Conclusione: se davvero qualcuno
volesse immaginare un nuovo ruolo per i manager HR dovrebbe partire dal dotarsi
di nuove conoscenze che, proprio perché sta interpretando il suo ruolo in un
certo modo, non sono nella sua disponibilità. Più ampio è il set di conoscenze
rilevanti che utilizza, più intenso e fecondo sarà il cambiamento che riuscirà
a vedere. Insomma, il cambiamento è prima di tutto personale ed è di tipo
cognitivo.
Aggiungo sommessamente: se
fossi un manager HR, anche se non mi ponessi il tema del cambiamento mi
sentirei molto a disagio a usare nel mio lavoro, a proporre alla mia impresa
idee e metodi che sono dimostrabilmente anti-scientifici.
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