"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

mercoledì 1 luglio 2015

Non parlate il linguaggio delle HR

di
Francesco Zanotti


Voi non vi fate capire: non parlate il linguaggio delle HR. E’ l’ “accusa” che ci viene rivolta.
Ecco, le virgolette stanno ad indicare che la considero un complimento.
Infatti, ogni nuovo paradigma inevitabilmente viene espresso in un nuovo linguaggio. Se il nostro linguaggio suona nuovo, allora questo è il primo e fondamentale indizio che stiamo dicendo cose realmente nuove. Io sostengo: un nuovo paradigma di management.
Mi direte: ma allora dobbiamo considerare nuova una cosa solo perché non la capiamo?
Certo che no! Serve un’altra condizione di cui parlerò dopo.
Ora voglio insistere per essere chiaro: non aspettatevi cose nuove dette con un linguaggio che capite. Sono solo dichiarate nuove. Se non sentite nessun linguaggio nuovo, siate certi che state ripetendo il presente.
Se il presente va bene così come è, allora cari HR manager, non dovete fare nessuna fatica. State a sentire solo i linguaggi che capite perché non avete alcun bisogno di innovazione.
Se, invece, come mi sembra tutti pensate necessario un nuovo ruolo per manager HR, allora dovere cercare persone che dicono cose in linguaggi inusuali.

Come detto, ovviamente, il linguaggio nuovo è solo una condizione necessaria e non sufficiente.

Occorre, allora, verificare la qualità delle cose che vengono dette in un linguaggio nuovo.
Vi propongo questo strumento di verifica: mettetele al vaglio di tutte le conoscenze che definisco “rilevanti”. Cioè quelle che contribuiscono a comprendere l’uomo e le relazioni tra gli uomini in un certo contesto. Se verificate che le cose nuove sono l’applicazione delle conoscenze rilevanti più avanzate, allora consideratele veramente nuove. Altrimenti, no!

Vi consiglio di fare questa verifica anche con le cose (idee, metodi etc.) che usate o con quelle che vi sembrano nuove, ma comprensibili. Scoprirete che, alla luce delle conoscenze rilevanti, sono banalmente … sbagliate. Sono anti-scientifiche.

Ma è difficile: richiede che si disponga di tutte le conoscenze rilevanti. Beh pensate che gestire sistemi umani sia più semplice che gestire sistemi tecnologici? Sarà più difficile, invece.

Conclusione: se davvero qualcuno volesse immaginare un nuovo ruolo per i manager HR dovrebbe partire dal dotarsi di nuove conoscenze che, proprio perché sta interpretando il suo ruolo in un certo modo, non sono nella sua disponibilità. Più ampio è il set di conoscenze rilevanti che utilizza, più intenso e fecondo sarà il cambiamento che riuscirà a vedere. Insomma, il cambiamento è prima di tutto personale ed è di tipo cognitivo.

Aggiungo sommessamente: se fossi un manager HR, anche se non mi ponessi il tema del cambiamento mi sentirei molto a disagio a usare nel mio lavoro, a proporre alla mia impresa idee e metodi che sono dimostrabilmente anti-scientifici.


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