di
Francesco Zanotti
Leggendo un bel libretto
dell’antropologo Adriano Favole: “La bussola dell’antropologo” … ho pensato …
Ma il costruire una
organizzazione formale significa costruire razze organizzative. Tanto più l’organizzazione
formale viene presa sul serio, tanto più si innescano culture a pratiche di “razzismo
organizzativo”.
I rimedi?
Riporto i suggerimenti di Favole
per combattere il razzismo sociale. Ma che mi sembrano importanti anche per
evitare razzismi organizzativi.
Eccoli (pag. 60), adattati
uno per uno
Il primo suggerimento: spostare
l’enfasi dalle culture e dalle etnie ai contesti di violenza e discriminazione.
Traduzione organizzativa: non cercate di capire le persone fuori dai contesti
in cui operano.
Il secondo suggerimento:
trasformare le segregazioni dei campi e delle banlieues in esperimenti di
convivenza. Traduzione organizzativa: creare momenti di progettualità in comune
tra diversi livelli organizzativi.
Il terzo suggerimento: passare
dalle logiche della assimilazione e dell’integrazione a quelle della
condivisione. Traduzione organizzativa: le persone nuove che entrano in azienda
non vanno inquadrate, omogeneizzate. Chiedete loro di raccontare la loro
diversità
Il quarto suggerimento:
vincere l’emarginazione a favore del coinvolgimento e della cittadinanza
attiva. Traduzione organizzativa: riconoscete e valorizzate la “cittadinanza
attiva” già in atto. Intendo dire: riconosciamo che la strategia e l’organizzazione
già oggi sono costruire da comportamenti liberamente scelti dalle persone.
Sempre a dimostrare l’estremo
bisogno di conoscenza. Sempre a dimostrare le stupidaggini che si fanno
rifiutando la conoscenza.
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