"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
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martedì 8 dicembre 2015

Insensatezza scientifica di una survey

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per survey

Avranno letto almeno “La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale” di Edmund Husserl? E ‘ stata pubblicata nel 1954. La risposta è: sembra di no!
Di chi sto parlando? Di una importante Società dell’indice FTSE Mib di Borsa Italiana (non cito nomi perché il mio obiettivo non è fare polemica. Il lettore non se ne dolga) che ha appena concluso (apprendo la notizia dai giornali) una delle solite survey sulle opinioni dei dipendenti.
Se avessero letto Husserl (ma anche molte altre cose) non avrebbero fatto alcuna survey.
Infatti la survey è uno dei tanti interventi che si fanno sulle organizzazioni che non producono i risultati attesi e irritano le organizzazioni in un modo imprevedibile. Interventi non solo inutili, ma anche dannosi. E, paradossalmente, più sono fatte bene e prese sul serio, più inutilità dimostrano e danni creano.
Le ragioni? Sono così tante e suggerite praticamente da ogni ambito disciplinare che sia sorprendente di come non vengano prese in considerazione.
Cito in questo post solo un ambito disciplinare: la sociologia.
Essa spiega che ogni attività organizzativa nuova crea un sistema organizzativo nuovo. Una survey crea il “Sistema della survey”, che si costituisce come “autopoietico”. Significa, tra le altre cose, che i manufatti che si creano durante la survey (tipicamente, i questionari con risposta) hanno senso solo all’interno della survey. Quando vengono portati fuori, questo significato scompare. E appare il significato assegnato loro dal “Sistema dei valutatori delle risposte”. Essi che generano il manufatto del Rapporto di ricerca, che ancora una volta, ha un senso all’interno del sistema di coloro che hanno contribuito a redigerlo. Quando il rapporto viene presentato, distribuito e letto all’esterno genera il formarsi dei più svariati gruppi di lettori all’interno dei quali il Rapporto acquista significati diversi e incomunicabili all’esterno.
E’ questo il risultato che si attendeva chi ha fatto e pagato la ricerca? Un susseguirsi di interpretazioni interne a gruppi organizzativamente artificiali perché creati apposta per fare la ricerca? No, certo. Si aspettava una immagine oggettiva dello stato del Sistema Dipendenti. Questo obiettivo non solo non è raggiungibile, ma non si capisce neanche cosa possa voler dire perché non esiste alcuno stato definito del Sistema dei dipendenti.
Invece di survey cosa sarebbe opportuno fare? Attivare processi di progettualità sociale. Ma di questo abbiamo già parlato e torneremo a parlare.


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