di
Francesco Zanotti
Ieri sul Corriere vi era un articolo che parlava degli alti
stipendi dei top manager che sono contestati del fondo di Stato Norvegese.
Riccardo Franco Levi scrive che anche prestazioni
eccezionali in un periodo di crisi non dovrebbero pretendere stipendi così
diversi dalla media degli altri lavoratori.
Forse è giusto, ma prima bisogna discutere di queste
prestazioni da campioni.
Ad esempio, i top manager bancari sostengono
sostanzialmente che i risultati delle banche dipendono solo da fattori esterni
fuor dalla loro portata: la BCE che fissa i tassi, la crisi economica he fa
nascere le sofferenze. Ma se così fosse, non servirebbero grandi manager
pagatissimi per governare la banche. Basterebbe un degno funzionario.
Il problema è che, però, non è neanche così: non è vero
che le banche dipendono da fattori esterni. Dipendono solo dalla capacita di
visione e progetto dei manager che, a questo punto, sembra non essere eccessiva.
Concludo: forse non è giusto parare troppo i campioni, ma
il problema è che qui di campioni non ce ne sono.
Giusto, ma aggiungerei, se proprio di "campioni" abbiamo bisogno, campioni di che?
RispondiEliminaCampioni nell'addossarsi i meriti che non sono loro, e abilmente allo stesso modo scansare i disastri imputandoli ad "altro", o campioni nel mobilitare e motivare gli altri?
Campioni nel costruire il consenso per loro stessi attraverso reti amicali di headhunter, shareholder, potenti, o campioni nel costruire consenso intorno a idee e sogni costruite socialmente?