di
Luciano Martinoli
Ordunque, a fronte di tutto quanto detto finora, alla fin fine, il manager è d'accordo o no? E, sopratutto, che fa? La sensazione è che si barcameni, che abbia lo stesso attegiamento che si ha, in genere, nei confronti dell'oroscopo: non ci credo ma lo leggo. Pare confermata l'immagine del manager che diede un nostro intervistato, opinion leader del settore, qualche mese fa: uomini, e donne, d'azienda che usano sopratutto il loro fiuto, più che conoscenze (che tra l'altro non sono disponibili).
Ecco allora una rassegna irrituale, contraddittoria (kafkiana?) ma, speriamo, provocatoria (nel senso che provochi dibattito) di alcune delle pratiche più diffuse nel management... con lo spettro poco rassicurante che su tutto aleggi il metodo Johnson.
Il capitolo verrà inviato a chi ne farà richiesta.
io io io ne faccio richiesta!
RispondiEliminaormai è diventata una droga...
interessante lettura, davvero.
gran begli spunti di riflessione.
Uno su tutti: il manager ha senso di esistere solo laddove le cose, in qualche modo, non vanno come dovrebbero/potrebbero.
Dunque, l'essenza ultima del manager è il cambiamento.
Un manager che non voglia/non sappia gestire il cambiamento è... una contraddizione!
questa è la chiave di lettura che sto già proponendo per la preparazione di una giornata che faremo a fine mese con il team manageriale di un'azienda cliente... speriamo sia compresa!
Chiara
Cara Chiara
RispondiEliminaCon piacere te lo invierei ma... a quale indirizzo?
Mandami una richiesta a l.martinoli@cse-crescendo.com
Grazie