di
Francesco Zanotti
… a pensare che è immorale non cambiare radicalmente il management, non sentirsi responsabili nel cambiarlo, non usare tutte le conoscenze possibili.
Non
siamo soli a sostenere questa tesi. Per dimostrarlo citiamo un personaggio che,
oggi, viene considerato uno dei massimi esperti di management: Gary Hamel. Lui
ed Henry Mintzberg sono i numeri uno indiscussi.
Alla fine del suo libro What
matters now (già di due anni fa) scriveva a pag. 254: “This will require a hunt for new management principles in field
as diverse as anthropology, biology, design, political science, urban
planning and theology”.
E, poi, a pag. 257 “what
matters now, more than ever, in that you question your assumptions, surrender
your conceits, rethink your principles, and raise your insights – and you
challenge the others to do the same.”.
Ah …
cambiare il management non significa che tutti gli altri devono idolatrare le
nostre povere esperienze e darci, grazie a quelle, un posto al sole.
Noi
ci siamo mossi lungo la strada indicata da Hamel. Abbiamo ottenuto risultati che
nemmeno Hamel immagina possibili. Ci piacerebbe discutere di queste parole con
coloro che difendono il presente in nome delle urgenze che loro stessi creano,
in nome di una esperienza che riguarda una piccolissima fetta di passato che
non ha certo creato un presente esaltante.
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