di
Francesco Zanotti
Credo che tutti siano d’accordo
che le persone non sono pura creta alla quale un manager può dare la forma che
vuole.
Esiste uno zoccolo duro di
esistenzialità che non può essere modificato.
Esso è costituito dal mondo
in cui le persone di relazionano con l’ambiente.
C’è chi vuole costruire
nuovi mondi “sociali” per sé e per gli altri. Come un imprenditore.
C’è chi vuole gestire i mondi
creati da altri. Come un manager.
C’è chi vuole calcolare come
far funzionare al meglio le macchine organizzative che esistono. Come un
tecnologo.
C’è chi vuole costruire
mondi che gli piacciono. Come uno specialista.
E’ ovvio che si tratta di
ruoli indispensabili perché complementari. E’ ovvio che il top management non
può collocare persone in ruoli che richiedano cambiamenti nel loro modo di
relazionarsi con l’esterno. E’ovvio che una impresa deve avere un suo specifico
mix di queste modalità di relazione.
La domanda è: ma come si può
non contravvenire a tutte queste ovvietà?
Nessun commento:
Posta un commento