di
Francesco Zanotti
Luhmann (uno dei sociologi
più autorevoli del secolo scorso) ha proposto una teoria sociale che si applica
a tutta la società come alle organizzazioni.
Per queste ultime la sua
teoria spiega che ogni gruppo organizzativo è dotato di una sua modalità di
comunicazione (operazione che non ha nulla a che vedere con lo scambio di
informazioni) interna che lo costituisce in rete autopoietica. Questo significa
che costruisce significati suoi proprii, opachi all’esterno. Significa anche
che i messaggi che giungono dall’esterno sono un “disturbo” che orienta in modi
imprevedibili i comportamenti delle persone che fanno parte del gruppo. E’ escluso,
quindi, che gli ordini di un capo possano essere realizzati.
E’ escluso anche che un
intervento di formazione o cambiamento possa raggiungere gli obiettivi che si
prefigge. Creare un gruppo formativo o di cambiamento significa attivare un
sistema autopoietico che diventa datato di vita propria. Quando l’intervento
finisce le persone tornano ai loro gruppi di lavoro e si portano un loro
ricordo personale e imprevedibile che il gruppo considera un disturbo da
metabolizzare. E escluso che essi possano mettere in pratica quello che essi
hanno “appreso”, “sviluppato” o “progettato”
nei gruppi artificiali di formazione o di cambiamento.
Come governare diversamente
una organizzazione? Non è domanda alla quale si possa rispondere in un post …
Per chi volesse approfondire
il tema abbiamo aperto un gruppo di Facebook che descrive un progetto che
abbiamo attivato per far conoscere e utilizzare il pensiero di Luhmann:
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