di
Francesco Zanotti
Io credo che faccia bene tornare ogni tanto a riflettere sul mito del cambiamento. Sulla insensatezza di questa parola per quanto riguarda le organizzazioni o i sistemi umani in generale.
E’ scientificamente inevitabile pensare che il verbo “cambiare” vada
bene per la ruota di un automobile e non per una organizzazione o un sistema
umano.
Infatti.
Innanzitutto è costituito da
un meta-messaggio: le persone sono considerate solo strumenti per realizzare il
cambiamento che dovrebbe portare ad una maggiore efficienza.
Questo meta messaggio non
può essere accettato né dalle persone né dai gruppi organizzativi reali perché
non è una occasione di autorealizzazione. Meglio: fornisce una occasione di
autorealizzazione che nega l’autorealizzazione. Si viene invitati a dimostrare
di esistere, cioè essere dotati di identità libera ed autonoma, ubbidendo. Cioè
diventando uno strumento che, per definizione, non ha una identità autonoma.
Ma sopponiamo che
l’organizzazione sia fatta di persone che si autorealizzano proprio ubbidendo.
Per queste persone il messaggio è paradossale: del tipo “sii spontaneo”.
Infatti, la richiesta di diventare ingranaggi è senza contenuti. Supponendo
anche di trovare persone disposte a fere da ingranaggi, a queste persone
occorre specificare che comportamenti devono mettere in atto. Ovviamente non si
possono prescrivere tutti i comportamenti di una persona. Anzi se ne possono
prescrivere solo alcuni. Tutti gli altri devono inevitabilmente essere autodeterminati. Allora pretendere che le persone diventino ingranaggi, ma non dire
loro che comportamenti devono mettere in atto è del tutto autocontradittorio.
Una versione edulcorata
delle procedure è costituita dalle best practices le cui parole d’ordine sono: ottimizzazione,
miglioramento continuo, outsourcing.
Ora, esse sono ancor più “parziali”
delle procedure. Quindi non possono essere applicate per le stesse ragioni.
In realtà, sono solo
strategie molto generali che hanno lo status epistemologico di “mode”. Seguono,
infatti, la dinamica a pendolo delle mode. Sono l’equivalente per le imprese
dell’alternarsi di gonne corte e lunghe per le donna.
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