"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

lunedì 29 agosto 2016

Costretti ad affermare indipendenza cognitiva

di
Francesco Zanotti

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Oggi purtroppo i manager sono costretti ad affermare una loro assoluta indipendenza cognitiva. Devono affermare che dispongono di tutte le conoscenze necessarie a svolgere il loro ruolo. In più, sono costretti ad affermare che neanche in futuro potranno essere sviluppate da parte di terzi nuove conoscenze che possono essere, per il suo ruolo, preziose.
Sono costretti (forse autocostretti), perché l’ammettere che hanno qualcosa da imparare sminuisce la loro immagine di manager di ferro, duri e puri, orientati ai risultati senza indulgere in sciocchezze come la conoscenza. Talenti che più talenti non si può. E se sei un talento così (e ti hanno dato il posto proprio perché hai detto di essere così) non puoi, per definizione, andare oltre.
Purtroppo le conoscenze di cui è necessario disporre per guidare uomini ed organizzazioni sono tante, complesse e in veloce rivoluzione.
Il manager deve rifiutarle tutte, oggi e nel futuro, per poter affermare la sua totale autosufficienza cognitiva. Non può neanche discuterne perché se prendesse atto di tutte le conoscenze che non ha e che dovrebbe acquisire non potrebbe più sostenere neanche con se stesso questa sua, a suo giudizio indispensabile per la sua sopravvivenza, indipendenza cognitiva. Povero … o povera.


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