di
Francesco Zanotti
Ed è inevitabile che sia così. Il problema è che chi sviluppa questi
strumenti pensa che non debba accadere. Ma è sistemicamente impossibile.
Oggi tutti si stanno
accorgendo che i voucher sono stati usati impropriamente rispetto alle intenzioni
di chi li ha istituiti.
E allora si cerca di
modificarli per avviarne un utilizzo più proprio. Ma tratta di una speranza
illusoria.
Infatti.
I voucher sono stati
fatti per rendere meno vincolante il contratto di lavoro e stimolare specifici comportamenti
di assunzione che portassero ad aumentare l’occupazione.
Ora, nessuna norma
esplicita tutte le modalità (comportamenti) attraverso i quali la si può
implementare. Chi la promulga ne ha una idea, ma, se è onesto con se stesso, non
può che riconoscere che si tratta di una idea, soprattutto, di tipo negativo.
Non è in grado di indicare esplicitamente tutte le modalità di utilizzo che
considera “proprie”. Ma è solo in grado di giudicarne la positività o la
negatività ex-post: quando le ha viste in opera.
Allora mette in atto
riforme che hanno l’obiettivo di eliminare gli “usi impropri”. Ma questo tipo di
riforme forse elimina gli utilizzi verificasti come indesiderati. Ma offre il
destro ad altri utilizzi che potranno essere anch’essi negativi.
Soluzione? Non pensiamo
di regolare il mondo attraverso norme. Ma le norme possono essere solo il risultato
di una progettualità sociale alta e forte che certamente si esprime in
formalità, ma vive prima della passione sociale che sa dare un senso collettivo
alle norme.
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